Il documento del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per i dati allarmanti pubblicati da Eurostat relativi alla povertà e all’esclusione sociale tra i minori in Italia nel 2024. In particolare, colpisce l’aumento del rischio per i bambini sotto i sei anni, salito al 27,7%, rispetto al 25,9% dello scorso anno, dato superiore alla già preoccupante media UE (24,2%).
Si conferma stabile, ma elevato, anche il rischio per i minori sotto i 18 anni (27,1%) e, seppur in lieve calo, rimane critico il dato per gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni (27,9%). A fronte di una società che dovrebbe tutelare i diritti dell’infanzia, ci troviamo dinanzi a una realtà in cui oltre un bambino su quattro vive in condizioni di difficoltà economica, con ripercussioni gravissime sullo sviluppo educativo, sociale e psicologico.
Una società che lascia indietro i più piccoli è una società che compromette il proprio futuro.
A livello territoriale, persistono gravi squilibri: in regioni come la Calabria e la Campania, i tassi di povertà sono drammaticamente doppi rispetto alla media nazionale. A preoccupare ulteriormente è la grave deprivazione materiale, che colpisce il 4,6% della popolazione (oltre il 10% in Campania): famiglie che non riescono a riscaldare le proprie case, garantire pasti adeguati ai propri figli, o far fronte alle spese più basilari.
In questo quadro già profondamente allarmante, si inserisce il dramma dei docenti fuori-sede, spesso giovani, precari e costretti a vivere in condizioni economiche ai limiti della povertà. Molti di loro, pur svolgendo un ruolo essenziale nella formazione delle nuove generazioni, non riescono a sostenere i costi dell’affitto, delle bollette e della vita quotidiana, specialmente nelle grandi città. È inaccettabile che figure centrali per la crescita culturale ed etica del Paese siano abbandonate a condizioni di precarietà e disagio.
Il CNDDU chiede con urgenza al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Prof. Giuseppe Valditara, di attivarsi concretamente con misure economiche straordinarie a sostegno delle famiglie e dei docenti, in particolare:
• Un piano nazionale di contrasto alla povertà infantile integrato con interventi educativi e sociali.
• Il rafforzamento dei servizi per l’infanzia nei contesti più svantaggiati.
• L’introduzione di un contributo economico specifico per i docenti fuori-sede, proporzionato al costo della vita nelle diverse aree del Paese.
• Investimenti nella scuola pubblica per garantire ambienti dignitosi, inclusivi e attrezzati.
L’Italia non può più permettersi di ignorare il grido silenzioso dei suoi cittadini più vulnerabili. Come Coordinamento, ribadiamo il nostro impegno nella promozione dei diritti umani e dell’equità sociale, e invitiamo tutte le forze politiche e istituzionali a rispondere con responsabilità e visione a questa emergenza educativa e sociale.
Prof. Romano Pesavento – Presidente CNDDU
Rischio di povertà infantile in aumento: un’analisi
Questo incremento significa che quasi un bambino su tre sotto i sei anni è a rischio di povertà o esclusione sociale. Questo dato non si riferisce solo alla mancanza di risorse economiche, ma anche a una serie di deprivazioni che possono compromettere seriamente lo sviluppo fisico, cognitivo, emotivo e sociale dei bambini. Le conseguenze possono essere a lungo termine, influenzando il loro percorso scolastico, le opportunità future e la salute generale.
Quali sono le possibili cause?
Diversi fattori possono contribuire a questo aumento. Tra i più comuni rientrano:
– Difficoltà economiche delle famiglie: Aumento della disoccupazione o della sotto-occupazione dei genitori, lavori precari con retribuzioni basse, aumento del costo della vita e dell’inflazione.
– Insufficienza delle politiche di sostegno: Misure di welfare e aiuti alle famiglie con bambini piccoli che potrebbero non essere sufficienti a contrastare l’aumento dei costi o a fornire una rete di sicurezza adeguata.
– Disuguaglianze regionali: Differenze significative nel rischio di povertà tra diverse aree geografiche all’interno del paese, con alcune regioni che affrontano sfide maggiori.
– Crisi economiche e sociali: Eventi esterni come pandemie o crisi energetiche che possono esacerbare situazioni di vulnerabilità preesistenti.
Perché i bambini sotto i sei anni sono particolarmente vulnerabili?
I bambini in età prescolare sono particolarmente vulnerabili al rischio di povertà per diverse ragioni:
– Dipendenza totale dagli adulti: Sono completamente dipendenti dai loro genitori o tutori per la soddisfazione dei bisogni primari e per l’accesso a servizi essenziali come la sanità e l’istruzione.
– Costi elevati per le famiglie: La cura dei bambini piccoli comporta costi significativi per le famiglie, tra cui spese per l’alimentazione, i pannolini, i vestiti, l’assistenza all’infanzia e le cure mediche.
– Impatto a lungo termine: Le deprivazioni subite in questa fase cruciale dello sviluppo possono avere effetti duraturi sulla loro salute e sul loro benessere per il resto della vita.
È chiaro che questo aumento del rischio di povertà infantile è un campanello d’allarme che richiede un’analisi approfondita delle cause specifiche e l’implementazione di politiche mirate per proteggere i più piccoli e garantire loro un futuro migliore.
