Il processo al tribunale di Napoli
Concussione per non aver pagato la parcella ai suoi avvocati, assolto il pm Roberto Lenza. Il Gup del tribunale di Napoli: «Il fatto non sussiste». A chiedere l’assoluzione del magistrato in servizio a Nocera Inferiore, protagonista di numerose inchieste scomode, la stessa procura di Napoli che aveva chiesto il rinvio a giudizio e la difesa di Lenza, sostenuta dall’avvocato Vincenzo Calabrese. L’avvocato Piergerardo Santoro, difensore di parte civile (gli avvocati che avevano difeso Lenza) al termine della giudizio abbreviato ha chiesto la condanna dell’imputato.
LA VICENDA
Il tutto ruotava attorno a una parcella che non sarebbe stata pagata dal pm Roberto Lenza all’avvocato Alessandro Diddi, suo difensore assieme all’avvocato Giovanni Annunziata, davanti al Csm e in un procedimento penale a Napoli. Lenza era indagato di rivelazione di segreto di ufficio, ma l’inchiesta terminò con la formula «il fatto non sussiste».
L’ACCUSA
Diddi è anche promotore di giustizia presso il Vaticano, avrebbe inviato la parcella al pm nocerino che non avrebbe però pagato. Ci sarebbe stata anche una seconda nota spedita sempre da Diddi per chiedere il pagamento.
Secondo la Procura di Napoli, Lenza avrebbe usato toni minacciosi nei confronti dell’avvocato Annunziata, al fine di convincere Diddi a desistere dalla richiesta, incorrendo così nel reato di concussione. La minaccia sarebbe consistita nella frase che il sostituto procuratore nocerino avrebbe preferito nei confronti dell’avvocato Annunziata, alla presenza di alcuni testimoni: «Come si è permesso il tuo amico di mandarmi la parcella. Lo sa che tu fai l’avvocato a Nocera?… Faccio sempre il pm a Nocera ricordatelo tu e il tuo amico…». Frasi accompagnate dal lancio di un codice oppure dei fogli di carta su una scrivania. Anni dopo, poi è partita da Diddi e si messo in moto un meccanismo complicato tra vari uffici giudiziari e disciplinari.
LA DIFESA
L’invio della parcella è stato sempre contestato dal pm Lenza e non è stato mai provato dagli accusatori. In più sono state eseguite indagini difensive dall’avvocato Calabrese.
LA SENTENZA
Il 10 aprile scorso, in udienza, però, in base agli atti, il pm della procura di Napoli ha concluso con la richiesta di assoluzione perché il fatto non sussiste, così come anche la difesa dell’imputato. La parte civile, invece, ha insistito per la condanna. Il Gup, ieri, ha ritenuto che l’intero impianto accusatorio non supportava in alcun modo la richiesta concussiva e quindi ha assolto Lenza perché il fatto non sussiste.
I DIFENSORI CALABRESE E SANTORO
«Il giudice ha reso giustizia rispetto a una denuncia chiaramente calunniosa che è stata già da tempo sottoposta dal mio assistito al vaglio dei pm di Napoli e di Roma oltre ad altri fatti – ha commentato l’avvocato Vincenzo Calabrese, difensore di Lenza -. Si è rilevata opportuna la scelta difensiva di richiedere il giudizio abbreviato che ha evitato il rischio di un lungo calvario per un onesto e diligente funzionario dello Stato».
Gli avvocati Diddi e Annunziata sono assistiti dal loro collega Piergerardo Santoro, costituitosi parte civile nel procedimento, che ha dichiarato: «Rimaniamo molto delusi dalla sentenza e aspettiamo di leggere le motivazioni con attenzione, anche al fine di valutare iniziative future. Ciò che appare davvero schizofrenico è il comportamento della Procura della Repubblica di Napoli che dopo aver svolto l’attività d’indagine e aver ritenuto sussistenti tutti gli elementi del reato di concussione a carico del dottore Lenza, in udienza – nonostante l’imputato non si sia sottoposto neanche all’interrogatorio, e quindi in assenza di qualsiasi elemento nuovo -, ha ritenuto incredibilmente di fare retromarcia e chiedere l’assoluzione dell’imputato».
L’EVENTUALE PROSIEGUO
Una vicenda che sembra non debba concludersi qui. Un processo con posizioni così nettamente opposte doveva molto probabilmente portare o alla condanna dell’imputato o a procedere nei confronti dei suoi accusatori, per accertare cosa fosse accaduto. Una scelta che certamente, visto il valore dei protagonisti di ambo le parti, non poteva non essere presa in considerazione a priori.
Intanto, il procedimento aperto per la stessa vicenda davanti al Csm a carico del pm Lenza, magistrato assurto più volte agli onori della cronaca nazionale e per indagini scomode, martedì scorso è stato rinviato in attesa proprio della sentenza del procedimento penale.
