Sempre al centro dell’inchiesta il colonello Fabio Cagnazzo, il brigadiere Cioffi e l’imprenditore scafatese Cipriano
Omicidio Vassallo, tre indagati di nuovo davanti al tribunale del Riesame di Salerno. La Cassazione aveva disposto il rinvio ad una nuova valutazione del Tribunale del Riesame di Salerno il 55enne colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, il 63enne brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi, entrambi detenuti al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, e il 56enne imprenditore scafatese Giuseppe Cipriano, “detto Peppe Odeon”, ristretto nel penitenziario di Reggio Calabria.
LA NUOVA UDIENZA
Domani disposta la nuova udienza del tribunale del Riesame di Salerno. Il 22 maggio, ci sarà un nuovo confronto tra la procura di Salerno e gli avvocati Ilaria Criscuolo, Francesco Liguori, Giuseppe Stellato e Giovanni Annunziata. Al centro della discussione ci sono gli elementi d’indagine che la Cassazione ha valutato privi di riscontro e i dubbi sulla credibilità di Romolo Ridosso, il grande accusatore, lui stesso indagato, che ha accusato anche gli altri tre indagati.
Per la Cassazione, nella prima valutazione, il tribunale del Riesame non si sarebbe avveduto dell’evidente «interferenza fattuale e logica tra componenti del racconto destinate fatalmente ad integrarsi, né indica in modo convincente le ragioni per cui Romolo Ridosso, di cui pure ritiene ampiamente provato l’ostinato mendacio sulla sua personale partecipazione al fatto omicidiario, sia invece da considerare credibile, e sia anzi dotato dell’elevato livello di affidabilità richiesto ai chiamanti in reità, quando, dopo anni di reticenza, riferisce per la prima volta le informazioni da lui possedute in merito all’omicidio del sindaco Vassallo, cui in tesi sarebbe rimasto del tutto estraneo, se non per avere partecipato a un sopralluogo, organizzato da Cipriano a sua sedicente insaputa ed al solo fine di “incastrarlo”».
I supremi giudici hanno aggiunto: «Se la spiegazione del mendacio fosse la volontà di lucrare i benefici penitenziari – da parte di Ridosso, ndr -, sino a quel momento non ottenuti, mantenendosi al riparo da una diretta incriminazione, questo elemento non deporrebbe affatto, sul piano logico e razionale, a favore della credibilità complessiva del dichiarante.
Le motivazioni meramente utilitaristiche di una chiamata in reità, e l’intento di conseguire suo tramite vantaggi di vario genere, inquinano infatti la genuinità della fonte e rendono arduo sceverare, in seno ad un narrato giudicato solo parzialmente attendibile, i contenuti affidabili da quelli spuri o falsati. Né la credibilità di Romolo Ridosso può dirsi rivalutata o rafforzata, di per sé, alla luce delle dichiarazioni» da parte di un compagno di cella».
