Sotto inchiesta i sanitari dell’Umberto I di Nocera che hanno avuto in carico la partoriente-medico di Pagani. Presentata un’interrogazione al ministro della Salute
Lunedì il conferimento incarico per l’autopsia sul corpicino di Beatrice, la tragica a morte di della neonata al reparto di ostetricia e ginecologia dell’Umberto I di Nocera Inferiore. La mamma, medico di Pagani, ormai arrivata a fine di una gravidanza senza problema, era in travaglio e aveva chiesto di essere sottoposta al travaglio cesareo, ma i medici del reparto hanno insistito per il parto naturale.
DA CHIARIRE
Innanzitutto va chiarito se la piccola Beatrice sia nata morta o sia deceduto poco dopo. Se eventualmente fosse stato praticato il parto cesareo l’intervento avrebbe salvato la piccola. Da chiarire se sulla scelta dei medici dell’Umberto I di non eseguire il parto cesareo abbiano influito anche politiche sanitarie per la riduzione di questo tipo di intervento.
I SANITARI INDAGATI
Per omicidio colposo sono indagati 10 tra medici, ostetriche e personale del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Umberto I, diretto dal primario Carlo Carravetta.
Ad iscriverli sul registro degli indagati il pm Federica Miraglia della procura nocerina. Ad indagare i militari della tenenza di Pagani e del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, diretto dal tenente colonnello Gianfranco Albanese che hanno sequestrato la cartella clinica.
L’INTERROGAZIONE AL MINISTRO
Il deputato di Fratelli d’Italia Imma Vietri ha presentato un’interrogazione al ministro Schillaci.
«Secondo quanto riportato da organi di stampa, sembra che la madre avesse chiesto più volte di partorire con un cesareo, ma l’equipe medica avrebbe deciso di sottoporla ad un parto naturale come da protocollo ospedaliero – scrive la parlamentare -.
Per la famiglia, che ha sporto formale denuncia ai carabinieri, invece le condizioni psicofisiche della donna non lo permettevano. La giovane mamma, quindi, ha partorito ma dopo poco la piccola Beatrice è deceduta. Al di là del lavoro che porterà avanti la Procura fondamentale è tenere in considerazione l’organizzazione di un percorso nascita, il numero degli operatori strutturati presenti in servizio al momento del parto, le attrezzature di cui essi dispongono, la presenza di servizi funzionanti (laboratori, centro trasfusionale, terapia intensiva adulti e neonatale)… Fatto sta che questa tragedia è l’ennesima prova che la Sanità campana non funziona.
Nonostante il grande impegno dei medici e paramedici, la carenza di personale e di fondi necessari aumenta i rischi per gli operatori sanitari e ancor più per i pazienti. Per questo chiederò, con un’interrogazione al Ministero della Sanità, di valutare i disastri organizzativi della Regione del Pd che non consente un funzionamento sicuro del nosocomio di Nocera Inferiore nonostante la grande professionalità degli operatori».
