L’inchiesta condotta dalla procura di Nocera Inferiore e dai carabinieri della compagnia di Mercato San Severino
Emergerebbero alcune novità sulla lettera anonima recapitata ad una attività commerciale di Roccapiemonte. La procura di Nocera Inferiore e i carabinieri della compagnia di Mercato San Severino proseguono le indagini per risalire ai responsabili dell’attentato dinamitardo messo a segno ai danni del municipio di Castel San Giorgio e ora anche su quest’ultimo episodio.
LA LETTERA
Nell’aprire una normale busta recapitata dal postino insieme a tante altre missive il titolare di una attività commerciale di Roccapiemonte ha trovato una foto del portone del palazzo di città sangiorgese in fiamme a seguito dell’esplosione del 10 marzo scorso.
Il commerciante, quando ha visto quella fotocopia quasi non credeva ai propri occhi ed ha fatto fatica, in un primo momento, a collegare quella foto, che pure aveva fatto il giro di social e giornali, divenendo nella zona e non solo, di dominio pubblico, ai fatti della vicina Castel San Giorgio ed alla minaccia.
LE DENUNCIA
Ai carabinieri il commerciante ha consegnato la missiva sulla quale sono ora in corso le indagini dei militari dell’Arma della stazione di Castel San Giorgio e della Compagnia di Mercato San Severino.
Sebbene siano trascorse oltre tre settimane dall’attentato al palazzo di città di Castel San Giorgio, gli inquirenti non sono riusciti ancora a risalire né ai mandanti né tantomeno agli esecutori del gesto che ha scosso non poco la tranquillità della cittadina sangiorgese. Con il passare dei giorni la vicenda rischiava quasi di cadere nel dimenticatoio, sebbene gli inquirenti non avessero mai smesso di seguire più di una pista e di verificare tutta una serie di indizi.
LE IPOTESI IN CAMPO
Con l’invio della lettera intimidatoria contenente la foto del portone del municipio in fiamme e la minaccia di far fare all’attività in questione la stessa fine, gli inquirenti potrebbero avere un’ulteriore pista da seguire, sebbene i due episodi potrebbero anche non essere affatto collegati o addirittura si potrebbe trattare di un tentativo di depistaggio, un modo per creare ulteriori dubbi e confusione su di un caso che è tutt’altro che chiarito.
LEGGI ANCHE: Castel San Giorgio dice no alla paura ed alla violenza
LA TELEFONATA
La stessa telefonata anonima al 112 arrivata nel primo pomeriggio dell’11 marzo scorso, il giorno seguente la bomba al municipio, e che preannunciava la presenza di un ordigno al palazzo di città, non è mai stata rintracciata nè tantomeno si è potuto capire se sia stata frutto di qualche mitomane o degli autori del primo attentato al Comune, intenzionati a proseguire nella strategia del terrore. La lettera giunta all’esercizio commerciale di Roccapiemonte riporta,invece, l’attenzione degli inquirenti sui collegamenti tra le due municipalità. D’altronde due anni fa, nella settimana santa, due bombe furono posizionate e fatte esplodere sotto le rispettive abitazioni dei sindaci di Castel San Giorgio e Roccapiemonte.
In quell’occasione il primo ad essere colpito fu il primo cittadino di Roccapiemonte, a distanza di 24 ore, anche sotto casa di Paola Lanzara fu fatto esplodere un ordigno.
Dopo circa un anno e mezzo di indagini, quel fascicolo è stato archiviato. Subito dopo l’attentato del 10 marzo scorso, memori di quanto accaduto il 7 e l’8 aprile 2023, in molti temevano che dopo Castel San Giorgio potesse finire nel mirino anche il palazzo di città di Rocca. Ora la lettera anonima all’attività commerciale di Roccapiemonte rimette gli inquirenti sulla pista Castel San Giorgio-Roccapiemonte.
LA COMMISSIONE ANTIMAFIA
Intanto il sindaco di Castel San Giorgio Paola Lanzara il prossimo 8 aprile sarà ascoltata dalla Commissione Parlamentare Antimafia.
