Il racconto di Armando Calabrese, padre di Davide di quel tragico giovedì in cui lo studente è stato portato in ospedale. La solidarietà sui social alla insegnante indagata
«Poco dopo le 12 di giovedì mattina mio figlio non ce la faceva a camminare, segno evidente che qualcosa di più di una semplice febbre stava accadendo, i soccorsi sono intervenuti solo intorno alle 7:00 di sera». È la parte di ricostruzione che Armando Calabrese fa di quei terribili giorni che poi hanno portato al decesso il figlio Davide, 18enne studente della liceo Mancino di Pagani, a fine marzo in viaggio di istruzione in Andalusia.
«Quando è arrivato il medico – aggiunge il padre – ne ha disposto immediatamente il ricovero in ospedale a Malaga». Ed ancora: «In ospedale è stato poi trasferito in un secondo per un intervento chirurgico: sabato sera il decesso. Cosa le devo dire di più?». Armando Calabrese, evidentemente provato, ricostruisce l’accaduto a fatica, con voce rotta dall’emozione ma specifica: «Il nostro unico intento è stabilire le cause del decesso di mio figlio, comprendere se i soccorsi fossero intervenuti prima e non dopo sette ore mio figlio si sarebbe potuto salvare. Cerchiamo solo la verità».
Indagata, al momento, un’insegnate del liceo Mangino. L’ipotesi di indagine è quella dell’abbandono da parte della docente, in pratica la non cura dello studente, sostanziatosi nel ritardo della richiesta dei soccorsi e una non vigilanza del diciottenne. Ovviamente, la ricostruzione fatta dalla docente in ambito scolastico e tutt’altra. La procura di Nocera Inferiore ha iscritto l’insegnate in attesa dello sviluppo delle indagini.
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L’iscrizione nel registro degli indagati della docente ha suscitato molto clamore da parte dell’opinione pubblica paganese. Molti si chiedono cosa c’entri la decente se il giovane comunque era stato ricoverato in ospedale e per giorni è stato curato in ambiente sanitario. Sui social, in molti se lo domandano, con attestati di solidarietà nei confronti della docente. Una risposta potrà arrivare solo dall’autopsia. I risultati saranno pronti in una sessantina di giorni almeno e non si esclude che potranno occorrere anche una novantina di giorni.
Da chiarire l’intera storia sanitaria di Davide Calabrese, da quando mercoledì 26 marzo è partito da Pagani alla volta di Malaga, morendo alle 23,20 di sabato 29 marzo. Rimane da chiarire quella macchia di sangue all’altezza del cuore che disse a La Città, lo zio Michele Bottone. Un grumo di sangue che potrebbe essere molto interessante, ovviamente dal punto di vista investigativo. Un esito della miocardite virale venutasi a creare durante il peggioramento delle condizioni di salute del paziente? Si poteva evitare con una diagnosi precoce? Quel particolare che Davide non riusciva a camminare era legato a un inizio di problema cardiologico dipendente dal virus?
E poi, riscontrato il problema sanitario, l’ospedale come è intervenuto? Ha cercato di rimuovere quel grumo di sangue? Poteva essere segno di un’emorragia? Come si è intervenuti? Tutti interrogativi ai quali potrà dare una risposta solo l’autopsia.
Mercoledì ci sarà una cerimonia per ricordare Davide al liceo Mangino, un modo per sentirlo ancora vicino a lui e anche per i suoi compagni di elaborare un lutto, in particolare i compagni di quella che doveva essere un gita di piacere delle tre quinte e che si è trasformata in una tragedia per la morte dello studente paganese.
