Lunedì 17 marzo 2025 ore 10:00 Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, Napoli in occasione del trentennale della presentazione del primo rapporto sull’ecomafia
Legambiente in occasione del trentennale della presentazione del primo rapporto sull’ecomafia presenta Rapporto Ecomafia con i dati relativi ai reati ambientali accertati negli ultimi tre decenni in Campania e nelle cinque province.
SARANNO PRESENTI
Padre Antonio Loffredo – Direttore Museo Diocesano di Napoli
Anna Savarese – Direttivo Legambiente Campania
Enrico Fontana – Responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente
Nicola Gratteri – Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli
Giulio Vanacore – Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Napoli
Michele di Bari (in attesa di conferma) – Prefetto di Napoli
Col. Pasquale Starace – Comandante del Gruppo Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica dei Carabinieri di Napoli
Mariano Di Palma – Referente Libera Campania
Mariateresa Imparato – Presidente Legambiente Campania
Stefano Ciafani – Presidente Legambiente Nazionale
Maria Antonietta Troncone – Procuratrice della Repubblica di Napoli
Fulvio Bonavitacola – Vicepresidente della Regione Campania
Giuseppe Vadalà – Commissario unico di Governo per la bonifica delle discariche abusive e delle operazioni di bonifica nella Terra dei Fuochi.
Un reato ogni 2 ore, per un totale di 117.919 illeciti ambientali, pari al 15% del totale nazionale. È quello che in Campania hanno compiuto le ecomafie dal 1997 al 2023, con un attacco incessante all’ambiente,alla salute delle persone e all’economia legale. Un ritmo impressionante contrassegnato anche da 98.587 persone denunciate e 33.960 sequestri effettuati.
Dopo la Campania troviamo la Calabria con 84.472 illeciti, la Sicilia con 82.290 e la Puglia con 73.773 (nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa si concentra il 45,7% dei reati accertati in tutta Italia). In questi trent’anni a spartirsi la torta in Campania, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati circa 230 i clan attivi in tutte le filiere analizzate da Legambiente: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare.
Tornando ai dati, dalla fotografia scattata da Legambiente sulla presenza delle ecomafie in Campania a livello provinciale dal 2009 al 2023, Napoli guida la classifica per il numero dei reati ambientali con 23.979 illeciti penali, 24.544 persone denunciate, 309 arrestati e 11.122 sequestri. Seguono Salerno con 16.814 persone denunciate, 100 arresti e 3.180 sequestri e la provincia di Avellino con 9.844 reati, 7500 persone denunciate, 14 arresti e 1182 sequestri. Caserta, a quota 120, è al secondo posto per numero di ordinanze di custodia cautelare.
Ciclo illegale dei rifiuti. Maglia nera sul fronte del ciclo illegale dei rifiuti, con 22.400 reati, 21.635 persone denunciate e arrestate con 10.252 sequestri effettuati seguita da Puglia (14.516), Calabria (10.810) e Lazio (9.989). Un virus, quello dei rifiuti illegali, che continua a infettare la Campania: 87 le inchieste (pari al 13,9% del totale nazionale) sviluppate dalla procure della regione (dall’inchiesta Ecoservice di giugno 2002 a Gatto Silvestro del 30 dicembre 2024), con 594 ordinanze di custodia cautelare (16,4% del totale nazionale), 844 persone denunciate (7,7%), 246 aziende coinvolte (14,2%); 8.850.930 le tonnellate di rifiuti sequestrate, sulla base dei dati disponibili, pari al 14,5% del totale nazionale; sono inoltre 80 le inchieste avviate in altre regioni che hanno interessato la Campania, per un totale di 167 (26,7%).
Terra dei fuochi. Un focus specifico dell’incontro, sempre per quanto riguarda gli smaltimenti illeciti di rifiuti, è stato dedicato al confronto con le istituzioni sulla sentenza della Corte europea dei diritti umani sulla Terra dei fuochi. “Sono trascorsi ventidue anni – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – quando abbiamo coniato il termine ‘Terra dei fuochi’ nelle pagine del Rapporto Ecomafia 2003 di Legambiente. La recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo rappresenta una svolta fondamentale: si tratta di una sentenza pilota che impone un cambio di rotta per il territorio della Terra dei Fuochi, troppo a lungo abbandonato e vittima di ingiustizie ambientali e sociali.
Le proposte di Legambiente
1) Recepire quanto prima in Italia la direttiva europea per la tutela penale dell’ambiente, in vigore da maggio 2024, con l’introduzione di nuovi delitti nel Codice penale e la definizione di una strategia nazionale contro gli ecocrimini;
2) Approvare il disegno di legge contro le agromafie, che introduce i delitti a tutela del patrimonio agroalimentare del nostro Paese, del vero “made in Italy” e della salute delle persone;
3) Introdurre nel titolo VI-bis del Codice penale sanzioni adeguate per i crimini contro gli animali (fino a 6 anni di reclusione e 150.000 euro di multa) e contro i traffici di specie protette, come prevede la direttiva comunitaria del 2024 sulla tutela penale dell’ambiente;
4) Inasprire le sanzioni per la gestione illecita dei rifiuti, trasformando in delitti i reati contravvenzionali previsti dagli articoli 256 e 259 del Testo unico ambientale; innalzare le pene per il traffico organizzato di rifiuti (art. 452 quaterdecies del Codice penale), da 3 a 8 anni (10 per i rifiuti radioattivi);
5) Introdurre l’associazione a delinquere (art. 416 del Codice penale) e i delitti contro l’ambiente (Titolo VI bis), tra quelli per cui non è previsto l’interrogatorio preventivo (art. 291, comma 1 quater del Codice di procedura penale);
6) Adottare un Piano nazionale di lotta all’abusivismo edilizio, con risorse adeguate per gli abbattimenti degli immobili costruiti illegalmente ed estendendo il potere sostitutivo delle Prefetture (art.10bis, legge 120/2020) alle ordinanze di demolizione emanate e non eseguite dai Comuni prima dell’approvazione della norma.
