L’operazione tra Sarno e l’Agro, il Napoletano e l’Avellinese
Il principale protagonista dell’inchiesta su truffa, usura, estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina tace davanti al Gip, parla, invece, lo “007” arrestato. Massimo Graziano, il 53enne di Sarno detto il “Quindicese” o il “Quindiciaro” per la origine nella Valle di Lauro, al cui clan omonimo sarebbe stato legato si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Hanno fatto lo stesso, molti altri indagati dell’inchiesta condotta da Dda e Nucleo di Polizia economico finanziaria con epicentro Sarno, con 24 misure cautelari e 22 arresti tra carcere e domiciliari. Alcuni dopo l’interrogatorio sono stati liberati subito (Luigi Salvatore Graziano e Maria Fistillo).
IL PRINCIPALE INDAGATO
Sarebbe stato proprio Graziano a capo di un’associazione per delinquere finalizzata alle truffe per intascare parte dei finanziamenti destinati alla piccole e medie imprese attraverso aziende fittizie. Con i proventi delle truffe, sarebbe stata organizzata una fitta rete di usura in capo al solo Graziano, con diversi imprenditori finiti vittime pure di estorsione quando non riuscivano a restituire i soldi.
Ascoltato dal Gip, Graziano, assistito dall’avvocato Rodolfo Viserta, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una contestazione particolare che avrebbe potuto chiarire proprio Graziano quella del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
LO 007
Tra i pochi che hanno risposto il 61enne ex ispettore della quadra Mobile di Napoli ed ex agente dei servizi segreti, Francesco Bossone di Lauro, nell’Avellinese. Un’attività illegale che sarebbe stata iniziata dall’ex ispettore ed ex 007 Francesco Bossone (un passato da “cacciatore” di capiclan napoletani con elogi, promozioni sul campo e attestati di merito e dalla passione per Ferrari e Porsche), finito in carcere con l’inchiesta della Dda.
L’IMMIGRAZIONE
Grazie all’aggiramento del decreto flussi per l’ingresso in Italia di immigrati, in cambio di 5.000 euro sarebbe arrivato il nulla osta per gli stranieri che arrivavano in Italia e non trovano il lavoro promesso.
Bossone avrebbe promosso il raggiro e coinvolto Graziano nell’attività illegale, fidando anche su sue amicizie in prefettura a Napoli e con agganci con gli ispettori del lavoro. Nell’inchiesta sono indagati due imprenditori (uno di Poggiomarino e uno di Sarno) che sarebbero stati sotto usura e sott’estorsione del 53enne “Quindiciaro”. Interrogato, l’ex 007 Bossone, difeso dall’avvocato Walter Mancuso, ha fornito una ricostruzione alternativa a quella del pm, ritenuta dal suo legale «plausibile e coerente». La prossima settimana proseguiranno gli interrogatori.
