Il detenuto era in carcere nonostante avesse subito due ictus
Protesta all’esterno de carcere da parte degli amici di Renato Castagno, il 37enne morto nella casa circondariale di Salerno, dove era detenuto. Alle persone con le magliette con la foto del detenuto salernitano si sono associati anche chi era nelle celle, battendo alle inferriate delle celle. Affisso uno striscione: “Giustizia per Renato!”, nel quale si chiede che emerga la verità sulla morte di Castagno.
LA RICOSTRUZIONE
A la Città ha rilasciato una puntuale dichiarazione l’avvocato Bianca De Concilio, legale di Castagno. «Presenteremo subito dopo l’autopsia una denuncia alla procura della repubblica affinché accerti eventuali responsabilità del sistema carcerario nella morte di Renato Castagno», ha affermato il legale. L’avvocato Bianca De Concilio annuncia il ricorso alla magistratura per fare luce sul decesso del detenuto Renato Castagno, morto a 37 anni dopo un malore, non si sa ancora causato da cosa.
«Al momento sappiamo solo quanto hanno riferito gli altri detenuti che erano con lui in carcere a Fuorni – racconta l’avvocato De Concilio -. I compagni di cella di Castagno riferiscono che il mio assistito ha accusato un forte dolere al petto ed è sceso nell’infermeria del carcere, accompagnato da un altro detenuto. Dopo poco è svenuto e chi lo accompagnava è stato fatto tornare in cella. In quei frangenti è stato avverto il 118».
Secondo l’avvocato: «L’ambulanza sarebbe arrivata in ritardo, sappiamo che sarebbero trascorsi oltre 45 minuti dalla chiamata. L’autopsia dovrà appurare se Castagno sia deceduto mentre era ancora in carcere in attesa del mezzo di soccorso oppure sia morto durante il trasferimento al Ruggi. Di sicuro sappiamo che all’arrivo al pronto soccorso, Castagno era già morto». Un particolare che non combacia con la dichiarazione dei sanitari.
CONDANNA IN GRAN PARTE SCONTATA
Il 37enne detenuto salernitano era stato condannato a sei anni e due mesi di reclusione quale partecipe di associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti, nella zona di via Irno e in quella orientale della città. Castagno fu arresto nel blitz del settembre 2021. Poco mesi dopo il suo arresto, era stato posto ai domiciliari in considerazione delle sue condizioni di salute, avendo subito due ictus. Fino a settembre del 2024, quando la sentenza di condanna è diventata definitiva. In quel momento, aveva scontato già circa tre anni di condanna e non rimaneva molto da espiare, viste le riduzioni per la buona condotta.
QUEI CONTINUI DOLORI DI TESTA
«Nonostante il suo stato di salute e le continue lamentele per improvvisi dolori di testa oltre che per i continui sbalzi pressori, il personale sanitario della struttura carceraria di Salerno non ha ritenuto opportuno trasferirlo al reparto detenuti del Ruggi».
LA TERAPIA
Il legale sottolinea: «All’esterno delle mura carcerarie, il mio assistito seguiva una terapia farmacologica molto specifica per evitare gli sbalzi di pressione arteriosa e gli improvvisi attacchi di cefalea, terapia farmacologica che non veniva somministrata nello stesso modo all’interno del carcere di Fuorni».
L’avvocato De Concilio rimarca: «Castagno non aveva mai avuto una condanna prima dell’episodio che lo ha portato in carcere né aveva carichi pendenti, nonostante questo e la pena ormai per la maggior parte scontata era ancora rinchiuso in un penitenziario.
Dal 13 febbraio, il magistrato di sorveglianza non aveva ancora provveduto su un’istanza corredata di certificati medici presentata dalla difesa sulla compatibilità di Castagno con il regime carcerario, nella quale avevamo chiesto anche la nomina di un perito del giudice per accertare le condizioni di salute del detenuto». Ora si attende l’autopsia per appurare per l’ora e le cause del decesso ed eventuali responsabilità. Il procedimento è al momento contro ignoti.
