Sentenza storica per la coltivazione di pomodori
Aveva impiantato 4.000 piante di una varietà di San Marzano, violando le norme di protezione della proprietà industriale, 45enne di San Valentino Torio condannato a sei mesi di reclusione e mille euro di multa.
È quanto ha patteggiato, il 10 dicembre scorso, davanti al tribunale di Nocera Inferiore un coltivatore valentinese scoperto nel giugno 2023 dai carabinieri del comando tutela agroalimentare di Salerno mentre era in corso l’illecita coltivazione con 4mila piante di pomodoro San Marzano della varietà Sir Elyan senza aver pagato le royalties o essere stato autorizzata dalla ditta che ha brevettato la varietà.
Avendo avviato quindi la coltivazione con piante che risultavano in buona parte illecitamente riprodotte, in totale elusione del pagamento di royalties in favore del costitutore (per citare la varietà o l’ottenitore serve il loro consentimento), l’imputato si è reso responsabile della violazione dell’articolo 517 ter del codice penale (Fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale).
I militari dell’Arma erano stati attivati da una segnalazione dall’Aib, Anti-Infringement Bureau for Intellectural Proterty Rights on Plant Material di Bruxelles, proseguendo la collaborazione con le autorità preposte alla prevenzione e repressione delle condotte di violazione delle privative vegetali.
Una storica sentenza per le piante di pomodoro tipo San Marzano. La coltivazione scoperta dai carabinieri era estesa su un’area di diverse centinaia di metri quadrati.
L’Aib era stata avvertita con una lettera anonima di questa coltivazione. Una segnalazione considerata altamente affidabile dalla squadra investigativa dell’organizzazione. Nella lettera veniva segnalata una coltivazione illecita sotto serra. Per questo l’amministratore delegato dell’Ente, Ignacio Giacchi, aveva proposto un esposto-querela alla procura di Nocera Inferiore perché i fatti fossero verificati. Il responsabile del procedimento legale attivato dall’Anti-Infringement Bureau di Bruxelles è stato Carlo Emma del foro di Palermo.
La procura nocerina ha affidato ai militari del Comando per la Tutela Agroalimentare di Salerno che nel giugno del 2023 hanno effettuato un accesso alla serra, come indicato dalla segnalazione anonima, sequestrando le 4.000 piante. A dicembre l’imputato è stato autorizzato alla distruzione delle piante illecitamente duplicate e ha ottenuto il dissequestro della serra destinata alla coltivazione illecita. Alla luce del patteggiamento della pena, le parti civili avranno titolo per muovere azione risarcitoria in sede civile.
«Come Aib siamo veramente contenti per questo risultato positivo il che contribuisce a confermare, in primo luogo, l’impegno delle autorità italiane nella lotta alla riproduzione illegale e, in secondo luogo, l’efficace squadra di cui dispone l’Aib per identificare e combattere le violazioni alla privativa vegetale in Italia – dice il direttore dell’Aib Ignacio Giacchi – Questa è una vittoria per tutti gli attori della filiera agroalimentare che rispettano la legge».
