Indagano i carabinieri della compagnia
Sono diverse ore che si è diffusa la notizia del ritrovamento di armi, munizioni e chili di droga all’interno di un garage a Salerno. Notizia non confermata e non smentita dai carabinieri della compagnia di Salerno. Vige quindi il massimo riserbo essendo in corso indagini per risalire di chi fosse tutta quella sostanza stupefacente e soprattutto le armi e le munizioni. La notizia, comunque, è stata diffusa dai tg locali del capoluogo e da La Città e desta molta preoccupazione specialmente per le armi.
IL RITROVAMENTO
I militari della compagnia di Salerno sono stati avvertiti di alcuni rumori all’interno di un garage. Quando sono arrivati i carabinieri del maggiore Antonio Corvino non c’era nessuno o si sarebbe allontanato poco prima, essendosi accorto dell’arrivo degli uomini dell’Arma. I numeri non lasciano dubbi: la droga sarebbe di oltre 17 chili di hashish e cocaina non sono certo una quantità facilmente gestibile se non si ha una rete di spacciatori pronta a distribuirla.
Si parla di una garage nella zona orientale della città dove era tenuta la sostanza stupefacente, ma al momento sono solo voci. La preoccupazione è soprattutto per le armi e le munizioni, il che lascia presagire a persone dietro alla partita di droga che temevano di iniziare un confronto armato con altri trafficanti o pusher. Una quantità che potrebbe essere riconducibile non ad un neofita, ma ad una persona o un’organizzazione specializzata in traffici anche di notevoli quantità di stupefacenti.
SALERNO EPICENTRO DELLA DROGA
Salerno si dimostra ancora una volta città di intensi traffici di varie droghe, con più organizzazioni operanti, spesso in maniera trasversale dalla zona orientale fino al centro storico e alle zone collinari come Matierno. Da anni le forze dell’ordine e la procura stanno indagando sul continuo turn over della criminalità salernitana, dove spesso i giovani sono protagonisti dello spaccio e riescono a mettere su organizzazioni di una certa importanza anche in poco tempo.
Giovani che, fortunatamente, rimangono in attività massimo due o tre anni fino al primo arresto, per poi, purtroppo, essere sostituiti da altri spacciatori, salvo poi innescare un confronto spesso anche armato appena i più vecchi tornano in libertà. Una storia che va avanti ormai da anni e anni, alla quale non può mettersi termine se non affiancando alla repressione anche la prevenzione e un processo culturale radicale che sradichi l’uso delle sostanze stupefacenti e le organizzazioni di narcotraffico.
