Non ci sarebbe altro modo per assicurare le esigenze cautelari
Palesi contraddizioni nella difesa del 62enne ginecologo di Cava de’ Tirreni arrestato per violenza sessuale ai danni di una paziente rilevate dal gip che lo ha lasciato in carcere. A riportare la notizia La Città oggi in edicola.
LE MOTIVAZIONI
Il Giudice delle indagini preliminari del tribunale di Nocera Inferiore ha rigettato la richiesta della difesa di A.P., ginecologo metelliano, ritenendo che non «rileva la documentazione in atti», in pratica che non era stata valutata positivamente la sospensione del medico dall’attività nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’azienda ospedaliera “Ruggi” di Salerno né l’impegno a non effettuare visite ginecologiche. Per il Gip, il 62enne non avrebbe dimostrato capacità di autolimitarsi e quindi la restrizione cautelare in carcere è l’unica possibile.
Neanche gli arresti domiciliari potevano essere concessi visto che lo studio professionale del medico è in uno con l’abitazione. Insomma, non accettata nessuna delle richieste avanzate dall’avvocato Teresa Guerra, difensore del medico, che pur aveva chiesto la revoca della misura cautelare in toto, in subordine delle limitazioni più lievi, non esclusi gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
LA DENUNCIA
La 40enne paziente ha denunciato di essere stata paleggiata e fatta oggetto di avances da parte del medico durante una visita medica il 30 luglio scorso. Il 13 agosto avrebbe ricevuto quattro telefonate dal ginecologo, alle quali non avrebbe risposto. La domma si è rivolta a un centro antiviolenza e, assistita da esperti, si è rivolta direttamente alla procura di Nocera Inferiore. Quelle telefonate sarebbero servite da riscontro alla tesi d’indagine.
Da qui, la misura cautelare emessa dal Gip, poi eseguita dai carabinieri martedì scorso della tenenza di Cava de’ Tirreni che hanno eseguito l’arresto in carcere. Il medico ha sempre respinto con forza l’ipotesi accusatoria, sostenendo inoltre che quelle quattro telefonate, senza risposta, non fossero un tentativo a sua difesa dopo aver saputo della denuncia sporta dalla paziente, ma solo il tentativo di avvertirla che erano arrivata della documentazione sanitaria che la riguardava. Non si esclude che la difesa possa presentare ricorso al riesame.