L’ingente ritrovamento di stupefacenti nella zona di San Pietro a Scafati. L’inquietante scenario
Dicono di non sapere nulla del trasporto di 23 chili di stupefacenti, di non sapere che nel Fiat Doblò c’era l’ingente quantità di droga, ma il giudice delle indagini preliminari li lascia in carcere. Ieri, i due 51enne scafatesi arrestati dai finanzieri di Torre Annunziata lunedì scorso, Antonio Lanzieri e Francesco Saverio Astarita, sono stati sottoposti alla convalida del loro arresto.
LA SCOPERTA
I finanzieri guidato dal tenente colonnello Gennaro Pino hanno fermato il Fiat Doblò guidato da Francesco Saverio Astarita, seguito da una Fiat 500 condotta da Antonio Lanzieri. Il convoglio di due auto era partito da Poggiomarino, lunedì scorso, è stato fermato in corso Trieste a San Pietro.
Le fiamme gialle hanno scoperto dieci involucri di marijuana, in due scatole di cartone, dal peso di circa 10 chili complessivi e 14 panetti di cocaina conservati in una valigia, per un peso totale che superava i 13 chilogrammi, tutto conservati nel Doblò. Presso un’abitazione di Astarita scoperti altri ulteriori 200 grammi circa di hashish.
LA DIFESA
Astarita, difeso dall’avvocato Piero Vitale, e Lanzieri assistito dal suo legale, Gennaro Maresca, sono stati interrogati ed entrambi hanno sostenuto che la droga non era la loro né tantomeno sapevano che stessero trasportando l’ingente carico di stupefacenti. Il gip, dopo aver sentite le loro dichiarazioni ed esaminata la documentazione prodotta dalla guardia di finanza e procura di Nocera Inferiore, ha lasciato in carcere i due 51enne scafatesi.
L’INQUIETANTE SCENARIO
Le indagini dei finanzieri di Torre Annunziata continueranno. L’ingente quantitativo di droga ritrovata non sembra proprio destinato allo spaccio di stupefacenti di piccolo cabotaggio, ma sembra un rifornimento in grande stile. Un rifornimento di gruppi malavitosi che si stanno riorganizzando a Scafati o destinato ala zona Torrese-Stabiese oppure da inviare nell’Agro nocerino o verso Salerno. Un ventaglio di ipotesi che potrà essere chiarito solo dalle attività investigative dei finanzieri, partendo anche dall’individuare se a Poggiomarino c’era solo un deposito o qualcosa di più.
Un’indagine complessa, ma che potrebbe far emergere nuove equilibri nella criminalità a cavallo tra le due province, dopo gli arresti della Dda di Napoli e Salerno che hanno scompaginato vecchi e nuovi clan camorristici.
SCAFATI “CERNIERA” DEI TRAFFICI ILLECITI TRA IL NAPOLETANO E IL SALERNITANO
L’area scafatese è storicamente utilizzata come deposito per le partite di stupefacenti oggi, come ieri di sigarette di contrabbando. Da qui, la complessità per comprendere a chi possa appartenere quei 23 chili di droga sequestrati lunedì mattina. Per la frazione scafatese di San Pietro, inoltre, ancora una volta la scoperta di droga nelle sue strade e la mano pesante della malavita.