L’unico a rispondere è il 31enne collaboratore del principale sott’inchiesta. Oggi i funerali
Mentre oggi alle ore 11,00 nella chiesa della Santissima Annunziata ad Angri, si svolgeranno i funerali di Mario Carotenuto, il 35enne ucciso con un colpo di pistola domenica notte, ieri sono stati interrogati sia il 44enne Pasquale Milo sia il 31enne rumeno Marius Naculai Nicuta, il primo si avvale della facoltà di non rispondere e il secondo racconta la sua attività. I due indagati per la morte del “Guerriero”, come veniva soprannominato Carotenuto. I due rimangono in carcere sempre con l’accusa di omicidio premeditato e per futili motivi, con il rumeno quale partecipe morale.
LE DICHIARAZIONI
«Stavamo rientrando a casa, io Milo e un altro proprietario di un locale, quando all’improvviso Milo ha sparato un colpo di pistola sorprendendoci tutti», in sintesi avrebbe detto Nicuta, collaboratore di Pasquale Milo nella gestione del Okupà, il locale di via di Mezzo ad Angri. Il 31enne rumeno ha ammesso di avere la mazza da baseball con lui, ma per difendersi, essendo Carotenuto armato di forbici e temendo altre sue violenze.
IL TERZO UOMO
A far parte del gruppo in via Giudici c’era anche il proprietario di un altro locale che è solo persona informata dei fatti. Il locale fu danneggiato nella prima serata di sabato scorso.
LA RICOSTRUZIONE
Alle ore 22 di sabato scorso, Carotenuto, con problemi noti di tossicodipendenza, sarebbe stato in via Di Mezzo, nel pieno centro della Movida angrese, infastidendo i clienti e alcuni gestori dei locali. Avrebbe prima danneggiato la porta d’ingresso di un bar di via di via Mezzo Nord e sarebbero stati chiamati i carabinieri, ma nel frattempo, Carotenuto si sarebbe dileguato.
Poi intorno all’una di domenica notte, sarebbe tornato in via Di Mezzo Nord a avrebbe continuato a dare fastidio ai clienti del locali, entrando nel Okompà, dove ci sarebbero stati Milo e i suoi familiari, e avrebbe rotto una vetrina di esposizione. Sarebbero arrivati di nuovi i carabinieri che hanno cominciato a cercare Carotenuto un’ambulanza che non ha trovato nessuno. Il 35enne, in effetti, si era allontanato anche questa volta, ma con una vistosa ferita al mento e un’altra all’arcata sopraccigliare.
I tre, Milo, Nikuta e il proprietario del primo locale preso di mira da “’o Guerriero”, secondo i racconto del rumeno, stavano rientrano a casa quando avrebbe visto il 35enne angrese Milo, che all’improvviso avrebbe estratto una pistola, sparandogli. Per la procura, invece, i due avrebbero premeditato l’assassinio e seguendolo lo avrebbero raggiunto all’incrocio tra via Giovanni Da Procida e via Risi sparando un colpo di pistola calibro 9, intorno alle ore 2,50 di domenica notte.
L’AUTOPSIA
L’autopsia, eseguita ieri, sembra aver confermato che un colpo di pistola calibro 9 è stato sparato da 20-30 metri, colpendo il 35enne alla femorale alla coscia destra da qui il forte sanguinamento che poi ha causato la morte in via Risi. Ulteriori esami saranno completati nei prossimi giorni.