Le dinamiche nel Pd, le reazioni, l’attesa della risposta del Governatore De Luca, il grave affronto di domenica prossima
Fino a ieri vicecapogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, in questo ruolo dopo una elezione persa nel suo collegio elettorale a Salerno e salvato con il proporzionale nel 2018 e confermato nel 2022 finora dopo che addirittura era stato candidato al numero 1 del proporzionale, con l’elezione in tasca, ora però “viene fatto fuori” con la retrocessione a segretario del gruppo parlamentare con delega al Pnrr.
È quanto accaduto ieri, dopo un braccio di ferro durato due mesi. Una presenza assicurata a Piero De Luca anche in Tv, nonostante la sconfitta elettorale del 2018 e che ci fossero nomi eccellenti del panorama politico dei Democrat, anche per il nome, secondo alcuni, per il nome che portava (il padre è il potente Governatore della Campania Vincenzo De Luca), ma ora retrocesso e si grida allo scandalo per colpire De Luca senior. In pratica se mi promuovi è per merito mio, se mi retrocedi è per una vendetta.
LA SPACCATURA
«Si è consumata una sorta di vendetta trasversale che non fa onore», ha commentato la sua retrocessione, Piero De Luca, per la sua mancata riconferma a vice capogruppo dei Dem. Al di là dello stile, una decisione per certi versi ovvia, e nemmeno tanto nascosta, da subito dopo l’elezione di Elly Schlein a segretaria del Pd.
E a non confermare De Luca jr in quel ruolo sono stati i parlamentari dem, spaccati sul voto. Antonio Misiani, commissario del partito in Campania e uomo della Schlein era andato a Salerno ieri pomeriggio (al Genio civile, roccaforte del presidente della Giunta regionale nella sua città) per preannunciare quanto sarebbe accaduto nelle ore successive.
Molti interpretano la retrocessione di De Luca jr come un attacco al padre. Lo stesso Piero De Luca parla di «logiche, in questa vicenda, non fondate né su dinamiche politiche, né sulle competenze, né sul contributo al lavoro parlamentare, ma risentono di scorie ancora non smaltite delle ultime primarie». Un attacco che potrebbe significare anche la conferma a quanto sostenuta fin dall’inizio della sua segreteria dalla Schlein «No al terzo mandato di Vincenzo De Luca alla Regione Campania».
IL FRONTE PRO DE LUCA
Attorno alla mancata conferma di De Luca jr si è consumata una battaglia all’interno dello stesso partito nazionale, non si sa se in verità per spirito di grande amicizia per “Piero”, ma anche perché la sua non nomina significava un minor peso del gruppo Bonaccini alla Camera, del quale i deluchiani erano stati sostenitori nella sua corsa alla segreteria. Ma il No sembra essere proprio personale, più che politica: vicepresidente vicaria è stata scelta Simona Bonafé di Base riformista come De Luca jr. Con lei il cattolico Paolo Ciani, deputato di Demos eletto nel Pd, l’esponente della sinistra Valentina Ghio e il lettiano Toni Ricciardi (tutti vicepresidenti).
Piero De Luca è nell’ufficio di presidenza solo come segretario per il Pnrr. Il fronte antiSchlein è subito sceso in campo. L’ex ministro e capo della corrente Base riformista, Lorenzo Guerrini, commenta: «Non posso accettare i processi a un cognome: è sbagliato trasformare questo passaggio nella ricerca di uno scalpo politico. Tra l’altro ancora più ingiusto nei confronti di una persona stimata da tutti i suoi colleghi».
Una presa di posizione forte, anche se qualche malevole sottolinea che le sue parole a favore di De Luca jr sono arrivate in ritardo. Altro ex Ministro Dem, Marianna Madia, sottolinea: «Malgrado si predichi il cambiamento quella su De Luca sarebbe un’operazione punitiva che ha preso di mira solo una persona per il suo cognome».
Insomma colpisci Piero per distruggere Vincenzo. Enzo Amendola, ex ministro campano vicino a De Luca è più “politico”: «senza più De Luca e Provenzano nel ruolo di vicepresidenti viene indebolita la rappresentanza di eletti nel Mezzogiorno». A rappresentare il Mezzogiorno per il democrat sarà un eletto nel collegio della Svizzera. Toni Ricciardi, docente universitario a Ginevra.
La spaccatura sull’operazione Schlein vede la non partecipazione al voto di Guerini, Amendola, Madia e Piero Fassino, non condividendo la scelta di non confermare solo De Luca jr, ma anche perché le loro posizioni si sono ridotte in peso.
LA GRANDE ATTESA
Ora tutti attendono la risposta di papà De Luca: una delle sue solite frecciate via Facebook o una dichiarazione più pesante, con una presa di posizione ufficiale? Va anche detto che all’assemblea che si terrà a Napoli e che vede il ritorno di Bersani e di Articolo 1 nel Pd, presente la Schlein è stato invitato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ma non il Governatore della Campania: un affronto politico o un modo di ribadire il no al terzo mandato di De Luca a Palazzo Santa Lucia?.