Roccapiemonte, «I licenziamenti alla Domus De Maria non sono legittimi»

La casa di riposo è stata chiusa a seguito dell’inondazione seguita alla rottura dell’argine a San Potito

Il Responsabile Provinciale Sanità Funzione pubblica della Cgil, Angelo Di Giacomo, ha chiesto un incontro urgente sia all’amministratore della San Potito Srl, la società con sede a Napoli che gestisce la casa di riposo Domus de Maria, sia all’amministratore del gruppo Silba spa per quanto concerne la struttura di riabilitazione rocchese Villa Silvia dove sono stati collocati gli anziani sfollati e dove sarebbe già stata ricollocata qualche dipendente licenziata della casa di riposo di San Potito.

LA NOTA DELLA CGIL
«Con propria nota la Fp Cgil ha trasmesso alcune deleghe di iscrizione di vostri dipendenti alla nostra sigla, che si ricorda essere anche sindacato firmatario del CCNL in azienda applicato. A fronte delle gravissime condizioni igienico sanitarie che hanno interessato la struttura socio-sanitaria a seguito delle recenti piogge alluvionali, ella si è visto costretto a chiudere temporaneamente la stessa, collocando i pazienti ricoverati presso il Centro Montesano gruppo SILBA Spa – scrive il segretario provinciale Angelo Di Giacomo – orbene, tutto questo non legittima la S.V. ad avviare procedure di licenziamento collettive senza investire le organizzazioni sindacali, così come previsto dalla legge 223/91 e s.n. i.

Poi sarebbe ancora più grave qualora rispondessero a verità le notizie di stampa che sostengono essere stato avviato un processo di ricollocazione parziale di un gruppo di lavoratrici in assenza di qualsivoglia confronto o criterio di utilizzo nel rispetto della legge. Pertanto vi chiediamo con urgenza di convocare la scrivente organizzazione sindacale la quale si rende disponibile ad avviare un confronto costruttivo a tutela del riassorbimento delle maestranze e della riapertura della casa albergo, ricercando anche tutte le forme di sussidio (Cig, Fis etc…) che l’attutale normativa rende disponibile. Restiamo quindi in attesa di un’urgente convocazione».

LA POSIZIONE DELLA PROPRIETÀ
La scorsa settimana il proprietario della struttura, l’imprenditore partenopeo Aniello Napolitano, ha fatto partire le lettere di licenziamento per tutti i 16 dipendenti della Domus de Maria chiusa a seguito degli allagamenti del 4 novembre scorso. Intorno alle 12.40 del 4 novembre la violenza delle acque del Solofrana provocò la rottura di un argine situato quasi alle spalle della casa di riposo. Le acque invasero tutto il piano terra della casa albergo per anziani arrivando fin quasi a due metri di altezza.

Se i 35 ospiti ricoverati nella struttura non avessero già lasciato il refettorio, sarebbe stata un’ecatombe. Per due di loro si rese necessario un eroico salvataggio da parte dei volontari della Protezione civile di Roccapiemonte prontamente intervenuti. La struttura fu subito evacuata e dichiarata inagibile. Dinanzi a questo scenario disastroso, il titolare, la scorsa settimana, non avrebbe avuto altra scelta se non il licenziamento di tutti i suoi dipendenti.

«Sono stato corretto con i lavoratori, riceveranno la mensilità di novembre, la tredicesima ed il trattamento di fine rapporto – ha detto Aniello Napolitano – ma sinceramente in queste condizioni non me la sento, anche una volta ripristinati gli enormi danni ricevuti, di riaprire, mettendo a rischio gli ospiti della struttura. Se e quando riaprirò dovrò avere tutte le garanzie necessarie, certo non basterà il rattoppo di un argine, affinchè io possa stare tranquillo e a posto con la mia coscienza, occorrerà che tutto il torrente venga messo in sicurezza. Una tragedia del genere non dovrà mai più accadere»-ha concluso Aniello Napolitano.

I SINDACATI
Di diverso avviso i sindacati, a scendere in campo, a tutela dei lavoratori, è la Cgil che ha chiesto un incontro urgente ai proprietari delle due strutture. Intanto alcuni familiari hanno già portato i loro cari in altre strutture, ed altri lo faranno settimana prossima. Anche per gli anziani è stata una esperienza traumatica, una vecchina, purtroppo, non ce l’ha fatta, il suo cuore cardiopatico, probabilmente, non ha retto al trambusto e al cambio di abitudini.

LE LAVORATRICI
«Eravamo una grande famiglia ed ora questa famiglia non esiste più. Il 4 novembre abbiamo perso non solo il nostro lavoro, ma anche gli affetti che avevamo costruito in questi anni. Gli anziani che accudivamo erano diventati parte delle nostre vite, anche con i familiari degli ospiti si erano stabiliti rapporti di affetto e di stima che andavano ben oltre il nostro lavoro. Se da un lato siamo felici che ai nostri amati nonnini non sia accaduto nulla di male, dall’altro il fatto di non poterli incontrare tutti i giorni, accudirli ed amarli al pari di un familiare, ci stringe davvero il cuore.

E sappiamo che anche loro stanno soffrendo in questo momento, ma purtroppo quello che è accaduto non è dipeso dalla volontà di nessuno, noi stringiamo i denti ed andiamo avanti, ma, sicuramente, nulla sarà più come prima per nessuno di noi». A parlare è una delle dipendenti della casa di riposo Domus de Maria di Roccapiemonte che dallo scorso 4 novembre è stata costretta a chiudere i battenti a causa dei gravi danni riportati a causa degli allagamenti provocati dalla rottura dell’argine del torrente Solofrana.

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