A Pagani l’epicentro del traffico, coinvolti indagati di Nocera e altri comuni dell’Agro nocerino, Cava de’ tirreni, Costiera amalfitana e Piana del Sele: 55 condanne nell’indagine famosa sui trasporti di droga anche con un’ambulanza
Ingenti quantità di droga spacciati tra l’Agro nocerino, la Costiera amalfitana, Cava de’ Tirreni un anno dopo gli arresti eseguiti dai carabinieri, sono arrivate le pesanti condanne nel processo “Delizia”, dal nome dell’inchiesta della Dda di Salerno e del Reparto territoriale di Nocera, agli ordini del tenente colonnello Rosario Di Gangi.
Sono ben 55 le condanne in abbreviato davanti al tribunale di Salerno, per l’inchiesta che ha scoperto trasporti la droga perfino con un’ambulanza grazie alla complicità di un ambulanziere, trasporti realizzati anche mentre era a bordo l’ignaro paziente da sottoporre a dialisi.
LA CENTRALE A PAGANI
L’epicentro del traffico di droga era in via Taurano a Pagani, dov’è Giacomo De Risi avevo organizzato una holding dello spaccio che gestiva come un manager pur essendo ai domiciliari. Trenta gli arrestati di Pagani, poi ci sono cinque di Nocera Inferiore ed altri cinque Cava de ‘ Tirreni, diversi comuni dell’Agro nocerino. La gang operava anche nella Piana del Sele e in Costiera amalfitana. Otto sono gli arrestati tra Torre Annunziata e Boscoreale, considerati quantomeno vicini al clan Gionta che riforniva il gruppo di Paganesi della droga da spacciare.
I 55 imputati fanno parte del più vasto numero di indagati dal pm Elena Guarino indagati dalla Dda di Salerno, a vario titolo indagati dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di armi clandestine.
LE CONDANNE
Giacomo De Risi è stato condannato a 20 anni di reclusione, la moglie Raffaela Attianese a nove anni e un mese, Santo Attianese a sei anni e nove mesi, Valentino Gionta (dell’omonima famiglia di camorra di Torre Annunziata) a otto anni e cinque mesi, Raimondo Bonfini a otto anni e otto mesi, i fratelli Nicola (otto anni e quattro mesi) e Carlo Fiore (sette anni e un mese), Giuseppe D’Auria a (quattro anni e sei mesi ), Aniello D’Auria a quattro anni, Argentina Varone e Marcello Radice a sette anni.
Tra i sei e i sette anni Giuseppe Ferrer, Giovanni Ferrer, Ferdinando Pepe, Andrea Mezzano, Carlo Scogliamiglio, Fabio Marrazzo, Roberto Maria Pinino, Giuseppe pepe, Giuseppe Angorato, Anthony Acquaviva, Ilaenia Perna, Antonio Venditti e Danilo Corrado. E ancora Ignazio Orio a tre anni e sette mesi (l’ambulanziere con la droga), due anni e otto mesi a Giancarlo Calabrese e Luca Bergamo. Gli altri a decrescere fin a 18 mesi.
I RUOLI
Se il punto centrale delle indagini è de risi, a fornire la droga alcuni torresi e boschesi, Nicola Fiore, alias “’o Pallin”. Ruolo importate anche per Giuseppe D’Auria, nipote di “Peppe Saccone” (il defunto boss paganese Giuseppe Olivieri). Alcune posizioni di indagati sono state stralciate, quindi anche tra alcuni di loro, anche degli arrestati le posizioni sono state in toto o in parte archiviate.