È morta Letizia Battaglia: con la sua macchina fotografica ha combattuto la mafia

Ancora viva la sua testimonianza quando venne a Pagani invitata dai giovani di Per Partito Preso e dall’associazione Antonio Esposito Ferraioli. L’organizzazione della mostra della figlia Shobba a Nocera

Letizia-Battaglia-RTAlive«Ricordo la sua forza e la sua pungente simpatia. Una donna incredibilmente testarda, autonoma e profondamente libera. Nonostante fosse una delle fotografe italiane più conosciute all’estero, accettò subito il nostro invito al premio che con il collettivo “PerPartitoPreso.org” organizzammo assieme all’associazione “Antonio Esposito Ferraioli”». Così inizia il ricordo di Aldo Padovano della visita a Pagani della fotografa Letizia Battaglia, la fotografa palermitana deceduta a 87 anni nella sua Palermo dove ha raccontato, con incredibile coraggio, i fatti di cronaca nera più efferata. Con la sua macchina fotografica è stata capace di rendere la tragedia di una città asfissiata dalla morsa insanguinata dei Corleonesi, tanto da scatenare le loro minacce. Una delle foto simbolo della sua attività quella del corpo del presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, appena estratto dall’auto dove era stato ucciso. A mantenere il copro era il fratello, Sergio Mattarella, nostro presidente della Repubblica. E’ stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999.

Da sinistra, Aldo Padovano, Letizia Battaglia e Giovanni Casalino

Da sinistra, Aldo Padovano, Letizia Battaglia e Giovanni Casalino

LA VENUTA A PAGANI
Era il novembre del 2010 quando venne a Pagani: «Fu il primo evento di rilevanza ad essere organizzato all’interno dell’auditorium Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, inaugurato solo pochi mesi prima ma che già presentava tutte le criticità che ancora oggi lo accompagnano – ricorda Padovano -. Preferì venire via mare e ricordo che la prima cosa che fece una volta arrivata al porto di Napoli fu fumare una sigaretta.

La prima di una lunga serie. Non smise mai di fumare, né al ristorante, né all’auditorium e nemmeno nella stanza che le prendemmo nel chiostro di San Francesco a Pagani. Lo mise in chiaro da subito con “ ‘a cap’ i pezza”, come le chiamava lei in dialetto palermitano, confondendo provocatoriamente un effige di Gesù Cristo con Che Guevara. Una donna forte e dall’immensa disponibilità verso noi tutti, all’epoca poco più che ragazzini.

Nonostante all’epoca avesse già 75 anni, volle camminare a piedi per le strade del centro storico di pagani e in particolare nella zona della Lamia dove volle fotografare i cortili, le donne e i bambini di quei luoghi soffermandosi anche nello storico cortile di Franco Tiano. Era affascinata anche dalla Madonna delle Galline, di cui le parlammo durante la passeggiata tra le strade di Pagani, e ci chiese di provare ad intercedere con il Comune per averla come fotografa ufficiale per i festeggiamenti dell’anno successivo. Ma con l’Amministrazione dell’epoca non avevamo buoni rapporti, per dirla alla buona».

IL RICORDO DELLA MOSTRA DI SHOBBA A NOCERA
La figlia di Letizia Battaglia è la nota fotografa Shobba che fu insignita del premio Civitas a Nocera Inferiore, organizzato dall’Ande il 25 maggio del 2010. Proprio in quell’occasione, Letizia Battaglia organizzò assieme all’Ande la mostra delle foto della figlia all’interno del Palazzo di Città a Nocera Inferiore, divisa in due sezione, una per raccontare le contraddizioni dell’India e un’altra l’orrore della mafia italiana.

IL CORDOGLIO
Unanime il cordoglio di politici, associazioni e sindacati, non solo della Sicilia. Letizia Battaglia, che tanto amava il mare di Palermo, tornerà in mare dopo la cremazione. E’ stata lei stessa a chiederlo alle figlie Shobba e Patrizia prima di morire. La notizia della cremazione si è diffusa nella camera ardente allestita nell’atrio di Palazzo delle Aquile dove il feretro è stato accolto dal sindaco Leoluca Orlando.

Accanto alla bara è esposta la foto della bambina con il pallone che Letizia Battaglia ha rintracciato e abbracciato dopo 38 anni. Domani mattina i resti delle fotoreporter saranno trasferiti a Cosenza per la cremazione. Saranno le figlie a riportare le ceneri a Palermo perché siano disperse in mare, secondo le volontà della madre.
Immagini Gaetano Del Mauro

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