Il sette luglio del 2017 la tragedia che causò otto vittime, oggi pomeriggio la sentenza, con quattro imputati imputati che hanno ricevuto una condanna a 45 anni di reclusione. Assolte altre sei persone. I nomi e le condanne
Quattro condannati a pene rilevanti, sei più lievi e sei assolti, questa la sentenza per il crollo del fabbricato sulle rampe nunziante di Torre Annunziata, che causò otto vittime.
Il giudice Francesco Todisco, viste le richieste del pm Andreana Ambrosino, ha emesso le seguenti condanne, in primo grado: Gerardo Velotto (proprietario dell’appartamento nel quale sarebbero avvenuti i lavori che secondo l’accusa avrebbero minato la stabilità della struttura collassata quattro anni fa) a 12 anni e sei mesi di reclusione e 45mila di multa.
Massimiliano Bonzani (considerato a tutti gli effetti il direttore anche se occulto degli interventi) a 12 anni di reclusione, Aniello Manzo (architetto e ufficialmente direttore dei lavori) a 11 anni e due mesi di reclusione. Pasquale Cosenza, operaio, a nove anni e sei mesi di reclusione e 45 mila di multa.
Questi quattro dovranno risarcire i danni in favore delle parti civili. Condannati anche: Massimo Lafranco e Roberto Cuomo (il primo amministratore del condominio e il secondo proprietario di fatto dell’appartamento dove vennero effettuati gli interventi incriminati, alla fine considerati colpevoli del solo reato di falso) a un anno e due mesi di reclusione con pena sospesa Marco Chiocchetti e Marco Cirillo a un anno con pena sospesa e seimila euro di ammenda. Rosanna Vitiello e Ilaria Bonifacio a un anno di reclusione con pena sospesa.
Assolti Emilio Cirillo, Roberta Amodio, Rita, Giuseppe e Donatella Buongiovanni, Luisa Scarfato, perché il fatto non costituisce reato o non sussiste. Disposto il dissequestro dell’immobile di via Rampa Nunziante 15. Dopo la lettura della sentenza ci sono stati momenti di tensione tra i presenti in aula, in particolare tra un gruppo di parenti e alcuni legali degli imputati (tra questi ultimi c’era il solo Gerardo Velotto).
IL COMMENTO
“La definizione del processo a carico di sedici imputati per il crollo del palazzo edificato sulla Rampa Nunziante avvenuto il 7 luglio 2017 segna un importante traguardo raggiunto dal tribunale di Torre Annunziata e dalla locale Procura della Repubblica”.
Queste le parole del presidente del tribunale di Torre Annunziata, Ernesto Aghina, alla sentenza di primo grado. “Le difficoltà intrinseche – ha aggiunto il presidente del palazzo di giustizia di Torre Annunziata – nella gestione del dibattimento di non agevole conduzione, caratterizzato da un elevato numero di imputazioni (24) e di testimoni (oltre 120), l’intrinseca difficoltà di una fattispecie ‘tecnica’, sono state gestite con adeguata professionalità ed esperienza seguendo un calendario che ha visto la celebrazione, dal marzo 2019, di ben 40 udienze, di cui alcune svolte presso l’aula bunker di Napoli durante la pandemia, per problemi logistici delle aule del tribunale oplontino”.
“Grazie anche alla rimarchevole collaborazione dei numerosi difensori impegnati nel processo – ha concluso Ernesto Aghina – si è pervenuti a sentenza in poco più di due anni, un arco temporale che sarebbe stato ancora più breve senza la forzata sospensione dell’attività giudiziaria derivante dal lockdown sanitario. Si tratta naturalmente di un accertamento di primo grado, ma resta il compiacimento per aver offerto una risposta alla forte e comprensibile domanda di giustizia che imponeva tempi consoni alla peculiarità di una tragica vicenda che ha gravemente segnato il territorio del circondario”.