Sant’Egidio, morte della piccola Jolanda, chiesto l’ergastolo per i genitori

La difesa della mamma Immacolata Monti chiede l’assoluzione sostenendo che non fu omicidio, la prossima udienza concluderà il difensore del papà Giuseppe Passariello

Nella notte tra il 21 e il 22 giugno 2019, a Sant’Egidio del Monte Albino muore Jolanda Passariello, neonata di 8 mesi. Per il pm Roberto Lenza fu un omicidio e devono essere condannati il papà Giuseppe Passariello e la mamma Immacolata Monti per maltrattamenti e assassinio. I coniugi originari di Pagani, per l’accusa, vanno condannati all’ergastolo. Sulla stessa linea la parte civile (in rappresentanza dell’altro figlio, minorenne, della coppia).

Oggi ha discusso anche l’avvocato Vincenzo Calabrese, difensore di Immacolata Monti che ha chiesto l’assoluzione per la sua assistita. Per il legale, la bimba morì per cause naturali e comunque, se fosse stato commesso un assassinio, la mamma si trovava in un’altra stanza quindi non avrebbe potuto impedirlo. Chiesta dal difensore l’assoluzione della sua assistita anche dal reato di maltrattamenti, in quanto non commessi da lei o comunque messa nella condizione psicologico dal marito di non poter reagire. Il 26 aprile discuterà la difesa di Passariello. Il 29 aprile la sentenza della corte d’Assise di Salerno. I genitori sono a processo con il giudizio immediato. Dalla ricostruzione del pm Lenza e della polizia del commissariato di Nocera Inferiore, la bimba, di otto mesi, morì nella notte tra il 21 e il 22 giugno scorso, nella sua casa nella frazione San Lorenzo a Sant’Egidio del Monte Albino.

L’autopsia accertò che la morte della piccola sia sopraggiunta per soffocamento, probabilmente con il cuscino. A compiere il gesto sarebbe stato il padre, la madre si è sempre difesa dicendo che stesse dormendo e che svegliatasi nel corso della notte sia andata a controllare la figlioletta e si sarebbe accorta che non respirava più. Tuttavia la versione della donna non è stata ritenuta credibile dagli inquirenti, soprattutto dopo le prime intercettazioni ambientali acquisite nella mattinata del 22 giugno mentre i due si trovavano al commissariato nocerino. Imma Monti quella mattina avrebbe chiesto al marito cosa fare di un fantomatico cuscino aggiungendo pure «Se ci scoprono siamo finiti».

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