Nel messaggio rivolto al sindaco di Nocera Inferiore da commerciante le tensioni e gli interrogativi di tante persone e gestori di attività commerciali di fronte al perdurare delle misure restrittive anti-Covid
Sono sempre più i commercianti di vari settori che ormai non ce la fanno più a sostenere oltre un anno di pandemia con la chiusura delle loro attività. Uno sconforto che aumenta anche nel vedere da un lato il perdurare dell’alto numero dei contagi e dall’altro la mano dura delle restrizioni solo per alcune imprese con altre che invece hanno mano libera. L’opinione pubblica si divide tra quelli che invocano misure più severe per poter riaprire tutto e bene il prima possibile e altri che invece invocano maggiore flessibilità. Pubblichiamo la lettara di un comnerciante nocerino, non per indicare una strada da perseguire e che le autorità sceglieranno in base alle esigenze prioritarie, ma per rappresentare il profondo disagio di talune categorie in questo momento.
Il testo del messaggio rivolto al sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato da un commerciante nocerino:
«Sig. sindaco Manlio Torquato buonasera.(scritta ieri sera del 27 marzo 2021). Non voglio scatenare polemiche o altro, ma restare chiusi (la delivery equivale a chiusura per un bar) la domenica delle palme o” FORSE” anche il giorno di Pasqua per noi commercianti è davvero l’ennesima batosta. Perché dobbiamo sempre essere noi quelli che subiscono la sconsiderazione degli altri? Noi abbiamo famiglia a casa, abbiamo tante spese da sostenere, come ben sapete non stanno arrivando gli aiuti dallo stato. Non capisco l’apertura di domani dei supermercati, anche solo di mezza giornata e noi la delivery? Mi piacerebbe capire qual è la differenza. A mio avviso è proprio nei supermercati il maggior rischio di assembramento, dovuto all‘ASSOLUTA NON VIGILANZA che provoca un continuo accalcarsi delle persone. Questa situazione non mi pare l’abbiate riscontrata nei bar, considerando che le persone tendono a comprare e a consumare per strada, abbassando i rischi di contagio. Premesso ciò mi auguro che ci ripensiate su questa chiusura, anche se la speranza è un lusso che non ci possiamo più permettere».
