La situazione della banda larga per le telecomunicazioni
Gli 11,5 milioni di euro impegnati da Open Fiber in sinergia con il Comune ha permesso di cablare 60mila unità immobiliari in città. Dal 2017 è iniziato un intervento che, come ha ricordato ha spiegato Luigi Lambiase, field manager Open Fiber, hanno posato circa 2.300 chilometri di cavo di fibra ottica, un grosso progetto che consentirà a tutta la città di usufruire della digitalizzazione e della velocità fino a un gigabit. Rete veloce che raggiungerà anche le strutture comunali, visto che la convenzione stipulata tra l’Ente e Open Fiber prevedeva anche la copertura di 50 sedi comunali. «Mettendo a disposizione, soprattutto da un punto di vista dei servizi anagrafici, dei servizi immediati per il cittadino, per forza dobbiamo avere anche una velocità di trasmissione dei dati, sia di ricezione che di inoltro», ha sottolineato l’assessore all’Innovazione del Comune di Salerno. «Purtroppo o per fortuna, siamo stati lungimiranti e questo ci ha permesso di essere pronti in questo momento di pandemia che ha portato a uno stravolgimento anche nel lavoro delle Amministrazioni». Rete veloce che Open Fiber ha fornito anche al gruppo Tortora, cablando il cantiere del Parco Giardino Orientale, un’area di 45mila metri quadrati. «La nostra attività senza questo intervento non avrebbe potuto funzionare – ha spiegato l’imprenditore Francesco Tortora che, in tal modo, può controllare il sistema degli accessi, la gru e l’intera area di cantiere da una postazione pc -. Un servizio del genere è stato fondamentale per il nostro lavoro». Una città cablata, tra l’altro, porta con se’ anche altri benefici: il valore catastale degli immobili aumenta del 5% e c’è un risparmio energetico in quanto i vari punti di snodo della rete non necessitano di energia elettrica.
A LIVELLO NAZIONALE
Sulla rete unica Tim-Open fiber serve chiarezza. Il progetto è fermo e va sbloccato al più presto, subito dopo Pasqua vanno prese delle decisioni perché tra un mese bisogna finalizzare il Recovery plan. La linea l’ha data il ministro leghista dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che però al Forum del ‘Sole 24 ore’ non si è sbilanciato sul controllo societario da parte di Tim. Nel pomeriggio Giorgetti ha incontrato i ministri Daniele Franco e Vittorio Colao proprio per fare il punto sulla rete unica. Poco prima, in un vertice con le Regioni, il titolare del Mise aveva detto che sulla questione della banda ultralarga la politica, a tutti i livelli, deve cambiare passo per evitare che si creino cittadini di serie A e B visto la diversa copertura nel Paese, dove ancora esistono zone che non sono raggiunte dalla rete. «Tutti espongano i loro progetti – ha sottolineato Giorgetti – e dicano cosa sono in grado di fare per poter accedere a finanziamenti che stanno per scadere». La governance, comunque, resta un nodo, tanto che 46 senatori del Movimento 5 stelle hanno presentato una mozione che impegna il governo a creare una società a controllo statale. L’ipotesi coinvolgerebbe Terna che, secondo i pentastellati, «può fornire un asset fondamentale nella costruzione della società nazionale della Rete dati. Ulteriori asset che potrebbero essere parte del sistema di Rete sono quelli detenuti da altre società a controllo pubblico, quali EItower, Raiway, Terna, Open Fiber», sostengono i grillini. Chi invece auspica una rapida chiusura del progetto sulla falsariga del percorso compiuto finora è Italia viva. Il renziano Marco Di Maio ha esposto la preferenza del suo partito: «Una nuova società della rete unica nazionale con governance condivisa col pubblico e maggioranza azionaria di chi conferisce i maggiori asset: Tim». E’ intervenuto anche l’ad di Tim, Luigi Gubitosi, che riferendosi al Recovery plan, si è espresso cosi: «Sarà fondamentale la velocità di esecuzione, evitare nuovi casi di perdite di tempo, sperpero di fondi pubblici e scarsa trasparenza».
