L’insurrezione di alcune centinaia di persone che hanno invaso il Congresso Usa, la mancata attivazione da parte del Presidente statunitense della Guardia nazionale, scesa in campo per decisione del suo vice, i tentativi di alterare i risultato delle elezioni che hanno premiato Biden
Trump nel suo messaggio “chiama patrioti gli assalitori” e spinge anche molti ministri ad abbandonarlo e a pensare ad attivare il 25esimo emendamento. La vicenda resta molto tesa, il capitolo della insurrezione di ieri, potrebbe avere un seguito. In queste ore alcuni ministri starebbero discutendo di ricorrere al 25mo emendamento per rimuovere Trump dalla carica di presidente ed affidare al suo vice Mike Pence le sorti del Paese. Procedura articolata e che richiede il consenso di Pence e dei due terzi di ciascuna camera. L’intenzione è comunque un segnale per quanto accaduto. Anche i più fedelissimi del presidente in carica si stanno defilando. Il vicepresidente Pence ha condannato duramente gli episodi di ieri. Sono 4 i morti, tre uomini e una donna, che hanno perso la vita nell’assalto al Campidoglio. Un dato che non sta passando inosservato per la tenuta del presidente Trump che, dopo il 20 gennaio, terminerà il suo mandato. Il Congresso ha ripreso in tarda serata, dopo gli scontri, la ratifica dei voti inviati dai 50 Stati. Solo 6 senatori hanno confermato obiezioni sui risultati elettorali dell’Arizona, mentre altri parlamentari si sono dissociati dal presidente Trump: ormai sono pochi i fedelissimi. Basti pensare che il repubblicano Lindsey Graham, al termine del suo discorso, ha scaricato Trump. La ratifica dei voti dovrebbe concludersi nella notte, ora americana, con l’elezione di Joe Biden a presidente degli Stati Uniti d’America.
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