Commercio in ginocchio, timore di chiudere per sempre
La chiusura dei bar alle 18 è una delle scene più surreali che abbia mai vissuto Nocera Inferiore nella sua storia. Forse un qualcosa di simile, solo nel secondo dopoguerra, o probabilmente, all’indomani del sisma del 1980. È questa la foto di una città spettrale che, regina della movida nell’Agro, si ritrova ad essere all’improvviso un dormitorio. I dpcm, le ordinanze regionali, hanno pesato, dal lockdown ad oggi, notevolmente sul tessuto commerciale nocerino. Purtroppo, l’emergenza sanitaria in corso, non può essere sottovaluta e bisogna attenersi a delle regole, onde evitare il propagarsi del contagio.
Ma si poteva pensare a qualcosa di diverso? Qualche esercente ha evidenziato che la chiusura alle 21 sarebbe stata un soluzione migliore, e probabilmente, in molti l’avrebbero accettata senza nemmeno protestare. La rabbia c’è tutta, la chiusura alle 18 è troppo penalizzante. Intanto, oggi, continuano le proteste in diverse città italiane, da Milano a Napoli. I commercianti chiedono una restrizione più leggera, meno punitiva, anche perché, dopo il lockdown, hanno sempre rispettato le regole: dal distanziamento alla sanificazione. Ed allora, perché colpirli, ancora una volta?
Restano un vero enigma le recenti misure restrittive, soprattutto per chi ha sempre rispettato le norme di sicurezza, assicurando se stessi ed i clienti. Stride, inoltre, il controllo della chiusura da parte dei vigili urbani, sicuramente ligi al proprio dovere, ma avvenuto in un clima paradossale. Sembra tutto un sogno, ma è la drammatica realtà.