Scafati, droga in Olanda e l’alleanza con i Gionta, possibile una guerra

Con l’operazione antidroga “My Love” dei carabinieri di Nocera Inferiore e della Dda di Salerno evitata una stagione nera per l’area a cavallo delle province di Napoli e Salerno

La gang di Giovanni Barbati Crocetta protesa a comprare la droga in Olanda da importare in Italia, semmai con un accordo con i Gionta di Torre Annunziata. Questo quanto emerge dall’inchiesta My Love della Dda di Salerno e dei carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore. Giovanni Crocetta Barbato per la Dda sarebbe stato l’interfaccia dei fratelli Carmine e Vincenzo Alfano e il padre Raffale e di Antonio detto Michele Matrone, il figlio del boss “Franchino a Belva”, anche se poi per il gip non ci sono elementi indiziari per sostenere questa accusa, pure se proprio su questo punto la Dda continua a lavorare. La Gang di Barbato Crocetta si riforniva di droga dagli Aquino Annunziata di Boscoreale ma stava cercando di fare il grande balzo, importando la droga dall’Olanda, come racconta un collaboratore di giustizia. Già al gruppo Alfano farebbe capo anche un acquisto nei Paesi Bassi di un chilo di cocaina e quattro di hashish ma intercettato dalla polizia tedesca.

La gang scafatese avrebbe voluto utilizzare i camion della ditta di trasporti che fa capo ai Matrone per trasferire gli stupefacenti dall’Olanda in Italia, nascondendoli sotto carichi legali. Un salto di qualità, grazie al nome “Matrone” che ha il suo peso criminale. Un’espansione, come ricorda La Città, che avrebbe potuto scatenare una guerra nel Napoletano con i gruppi torresi-boschesi avversari dei Gionta e con il clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia che più volte aveva cercato di allungare le mani con estorsioni a Scafati. «L’attività del gruppo Crocetta Barbato, a differenza dell’altra associazione, quella degli Squillante-Caputo-Cannavacciuolo, ha si una base familiare ma una proiezione internazionale – sottolinea il pm Giancarlo Russo della Dda di Salerno -. Rispetto alla manovalanza dello spaccio, inoltre, c’è un sistema di fornitura a pusher che serve anche per stabilire un predominio sul territorio attraverso il dare “lavoro”, ovviamente illegale, come testimoniano il ripercorrersi degli stessi nomi».

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