Nocera Inferiore, Milite: “Controlli per gli scarichi abusivi”

Creare una mappatura degli abusi

L’attivista del M5s, primo candidato sindaco nella storia dei pentastellati a Nocera Inferiore, Pasquale Milite, ha ribadito che è necessario controllare gli sversamenti illeciti presenti nei due torreni nocerini, Solofrana e Cavaiola. Un tema caro a molti ambientalisti locali ed allo stesso Milite che lo stesso segue da anni. La proposta del pentastellato nasce dall’osservazione dei due torrenti fatta l’altro ieri: “Oggi, dopo esser sceso a piedi in ufficio, sono ritornato per via Pucci e non ho potuto fare a meno di osservare lo stato dei due torrenti che attraversano la nostra città: il Solofrana ed il Cavaiola. Beh, per il Solofrana è evidente quanto incida l’inquinamento industriale, dato che in questo periodo le sue acque sono “quasi sempre apparentemente limpide”, anche se non possiamo negare lo scarico di reflui fognari provenienti da vari scatolari di collettamento. Per il Cavaiola, invece, è sempre più chiara la sua destinazione prevalente a mera fogna cittadina, visto che dalle cittadine a monte non viene immessa più acqua o altro, se non durante le piogge”. Una questione su cui gli ambientalisti hanno sempre posto l’accento e che il lockdown ha semplicemente fatto emergere: “Ebbene, stando in attesa della costruzione del collettore fognario, non possiamo esimerci, come comunità ed amministrazione, dal richiedere controlli per tutti gli scarichi abusivi, che permangono, che continuano a riversare in essi, sia di tipo industriale che civile. Non so se esiste già una mappatura, ma se non esiste va immediatamente fatta e vanno puniti tutti i trasgressori severamente, richiedendo di mettersi a norma in base alle autorizzazioni ricevute o a quanto prevede la legge, a costo di tappare i buchi uno ad uno, e non con dei palloncini gonfiabili, ma con calcestruzzo! Se dobbiamo pagare caro questo periodo, almeno che serva a qualcosa e che chi ha potere e responsabilità le applichi affinché si arrivi ad una conclusione che aspettiamo invano da anni!”.

Giuseppe Colamonaco

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