Otto pazienti in attesa da mesi dell’autorizzazione alle cure riabilitative ricorrono al Giudice, contro la ASL Salerno – Distretto di Nocera
Otto persone. Otto “cittadini italiani”. Le loro età vanno da uno a 75 anni. Tutti affetti da gravi malattie, tutti che hanno bisogno di terapie riabilitative urgenti, in molti casi per non rischiar invalidità permanenti. L’ASL gli ha assegnato le cure, ma la stessa ASL – in particolare il Distretto 60 di Nocera – non gli concede le autorizzazioni per farle, le aspettano da mesi. Ora però hanno detto basta e hanno deciso di rivolgersi al magistrato. A raccontarci la storia è l’avvocato Vincenzo Scarano, il legale che li rappresenta. “Diciamo subito – inizia – che si tratta di una vicenda incredibile, non solo sul piano dei diritti della persona ma direi soprattutto sul piano umano, che si scontra contro il muro di gomma degli apparati burocratici. Stiamo parlando di soggetti che hanno patologie pesanti, spesso invalidanti, persone che hanno fatto tutta la lunga e complicata trafila medico burocratica, alle quali i medici della ASL hanno assegnato terapie riabilitative indispensabili. E invece da mesi non riescono a iniziare queste terapie”. Perché? “Perché manca l’ultimo passaggio burocratico, il nulla osta amministrativo del Distretto sanitario. Che viene negato”. Per quali motivi? “Non si capisce. Per ognuna di queste persone è stata inviata una diffida al Distretto. Per alcuni, ad esempio, mi hanno riposto che non avevano la documentazione. Gli ho dimostrato come ne fossero in possesso, si cono scusati per l’errore e allora mi hanno detto che non potevano dare l’autorizzazione perché i pazienti non erano inseriti in una fantomatica lista di attesa, che in verità non è prevista da nessuna norma. Oppure mi hanno risposto che devono verificare se c’è disponibilità finanziaria. Ma il budget per la riabilitazione è annuale, come si può pensare che sia esaurito a febbraio? La sensazione è che in un modo o nell’altro queste cure si debbano negare. Il che non solo è illegittimo, secondo me è inumano, come confermano le storie personali che sono dietro a questa triste vicenda”. Impossibile raccontarle tutte, queste storie. Ne prendiamo alcune, come quella di Luca (nome di fantasia). Luca ha solo un anno. Ha forti ritardi psico-motori, non regge il tronco, risponde con lentezza agli stimoli della vista e dell’udito. Secondo i medici il suo trattamento è urgente per non rischiare una invalidità permanente. Da tre mesi Luca aspetta il Nulla osta per fare le terapie, un terzo della sua ancora breve vita. Un altro caso è quello di Mauro (anche qui nome di fantasia), ultrasessantenne. Ha avuto un ictus con conseguenze gravi. L’anno scorso ha fatto due mesi di terapia ottenendo, secondo gli specialisti, significativi miglioramenti. A novembre i medici gli assegnano un nuovo ciclo di terapie, ma da allora sta ancora aspettando, con la conseguenza che oltre a vanificare i risultati ottenuti rischia una condizione di invalidità permanente. Avvocato, è colpa delle norme? “Neanche per sogno – risponde Scarano – tutte le norme garantirebbero a Luca e Marco l’immediato accesso alle terapie, per esempio il recente decreto “La Campania Riparte”.
In quel decreto si legge: “è fondamentale, nell’attesa che si ritorni alla normalità, che nessuna persona con disabilità e anziani non autosufficienti resti senza assistenza sociosanitaria e che nessuna famiglia resti sola. Le persone con disabilità e anziani non autosufficienti, in questo momento emergenziale, sono le più vulnerabili e devono essere tutelate”. “Non solo – aggiunge l’avvocato – per i bambini fino a 6 anni è previsto l’accesso immediato alle terapie senza nessun motivo che possa impedirlo”. Viene da pensare, allora, che ci sia un problema di fondi… “Neppure. A parte che la magistratura ha stabilito che il diritto alla cura non può essere negato per motivi contabili, a parte che in questo momento dell’anno il budget è completamente disponibile, ma lo sapete quanto costerebbero i tre mesi di terapia per Luca? 2.500 euro. C’è un’altra persona, di 75 anni, che ha assoluto bisogno di un ciclo terapeutico di tre mesi. Bene, il costo sarebbe di mille euro. Così come per un altro bambino di pochi anni che rischia danni irreversibili alla sua salute, anche per lui le terapie costerebbero in tutto mille euro…. Lo stesso, più o meno, vale per tutte le altre persone che hanno deciso di rivolgersi al Tribunale per ottenere le cure che gli spettano di diritto. Di queste persone, voglio ricordarlo, tre sono bambini e tre sono anziani. E sono solo la classica punta dell’iceberg”. In che senso? “Solo nel Distretto di Nocera le persone nelle stesse condizioni, in attesa da mesi dell’autorizzazione alle terapie, sono oltre cento. Neanche l’emergenza del Covid 19 ha sbloccato questa situazione in cui nonostante le leggi, nonostante ci sia la disponibilità economica, nonostante il bisogno assoluto di dare serenità alle famiglie, rimettere in moto la società, esprimere solidarietà concreta, si nega il diritto alla salute dall’altro. E’ tutto incomprensibile”. Nel frattempo Luca, Mauro e tutti gli altri sono costretti ad aspettare, ma si sono anche stancati di farlo. Per questo hanno affidato le loro speranze di guarire non a un medico, ma a un giudice.