Lupi: dobbiamo fare i tamponi all’ospedale Umberto I
Il caso della partoriente dell’Umberto sospetta da Covid-19 é rientrato. La donna proveniente da Bergamo é stata immediatamente isolata e questo grazie ai protocolli di sicurezza vagliati da tempo dal primario di Ginecologia Andrea Lupi. Purtroppo, l’attesa per l’esito del tampone, risultato fortunatamente negativo, ha avuto tempi biblici. Ieri pomeriggio lo stato influenzale della partoriente aveva messo in apprensione il reparto che per precauzione é stato prontamente chiuso. Oggi, grazie alla sanificazione, prevista a prescindere dall’epilogo, i pazienti potranno chiedere nuovamente il ricovero. L’episodio ha comunque gettato luce su una falla, che da tempo attanaglia l’ospedale di Nocera, e che ha visto in difficoltà in passato il reparto di Chirurgia. Per evitare ulteriori contagi c’è la necessità di effettuare i tamponi presso la struttura sanitaria nocerina. Il primario Andrea Lupi, rispetto a questa evenienza, é stato molto chiaro: “Dobbiamo fare i tamponi qui. Basta fornire l’ospedale della strumentazione e nel giro di due ore veniamo a conoscenza dell’esito. Attendere le altre strutture, Eboli o Portici, richiede troppo tempo.
Rispetto al caso della partoriente ci sono volute più di 4 ore, questo non possiamo permettercelo. Altrimenti va a finire come i contagi del reparto di Chirurgia”. La richiesta di dotare l’Umberto I dell’attrezzatura per i tamponi è partita dal sindaco Manlio Torquato e con lui altri 10 sindaci del comprensorio vi hanno aderito. “Siamo circa 400mila abitanti – ha ribadito Lupi – dobbiamo far fronte ad una utenza molto grande”. In effetti, l’ospedale di Nocera, accoglie pazienti dall’Agro, dal vesuviano e dal Napoletano e questo rende necessaria la massima operatività in particolare per il Coronavirus e non solo in tempi di normalità. “Purtroppo l’Asl Salerno è troppo grande per essere ben gestita, dobbiamo ritornare alla Asl Salerno 1, lo vado dicendo da tempo”, ha concluso il primario di Ginecologia. La divisione dell’Asl Salerno potrebbe essere la migliore soluzione possibile per fronteggiare soprattutto lo stato emergenziale e in futuro rendere un servizio sanitario più di qualità ed efficiente.
Giuseppe Colamonaco