Inaugurato l’anno giudiziario a Salerno, tra novità e polemiche

Dati importanti dalla relazione del presidente della Corte d’Appello sull’andamento della Giustizia in tutta la provincia. La relazione del pg Primicerio. La polemica sulla prescrizione tra gli avvocati e il ministro Bonafede. La reazione dell’onorevole Villani. L’intervento del Governatore De Luca

La durata media del processo penale d’Appello è inferiore alla media europea. E’quanto risulta dai dati resi noti ieri mattina, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario nel distretto salernitano, la cerimonia si è svolta per la prima volta nella Cittadella giudiziaria e hanno preso parte il rappresentante di Governo, Ernesto Caggiano (magistrato salernitano, già sostituto procuratore a Nocera Inferiore e a Salerno) parlamentari, l’arcivescovo monsignor Andrea Bellandi, ovviamente oltre a magistrati e avvocati.

I DATI. Al 30 novembre 2019, sono 353 i giorni di media per la definizione dei processi ordinari, 244 per i procedimenti a carico di minorenni, 312 per la Corte di Assise. Diminuiscono del 48,6% le sentenze di prescrizione dei reati in secondo grado, passando da 626 del 2016 alle 322 del 2019. Iside Russo, presidente della Corte d’Appello di Salerno ha ricordato che stato smaltito tutto l’arretrato civile previsto nel piano di gestione; infatti, la definizione da parte delle sezioni civili è pari al 135,7% dei procedimenti ultrabiennali. Quindi, delle 3.456 pendenze presenti al 31 dicembre 2018, ne restano 1.947 un anno dopo. Il tribunale per i Minorenni evidenzia l’incremento “significativo” degli arresti e delle misure cautelari. Sempre nei tribunali per i Minorenni, inoltre, aumentano i procedimenti penali per il reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. «L’uso spasmodico fatto dai minori della rete, l’utilizzo dissennato dei social network per fare nuove conoscenze, l’esibizionismo giovanile unito all’incapacità di rendersi conto dei rischi del web (sono) i fattori posti a fondamento dei reati sessuali commessi dai minori che spesso non si rendono neanche conto del disvalore delle proprie azioni», si legge nella relazione. E sono «particolarmente allarmanti» i fenomeni del bullismo e delle baby-gang. La presenza della criminalità nel Salernitano divisa da Russo per macro-aree territoriali.

LE AREE. Nell’Agro nocerino sarnese prevalgono per numeri rapine, furti, truffe informatiche e spaccio di droga. A Salerno, nei PicentinI, nella Valle dell’Irno e nella Piana del Sele si segnala «l’estrema fluidità degli equilibri e delle dinamiche dei vari gruppi criminali». In costiera amalfitana, nel Cilento e nel Vallo di Diano, una «latente presenza di organizzazioni criminali attive nel settore degli appalti pubblici». Il Cilento e il Vallo di Diano, in particolare, sono «luoghi preferiti di latitanza dei camorristici napoletani e casertani». In queste zone, lo spaccio di droga è spesso gestito da “consorterie ‘ndranghetiste. Tuttavia, dalle relazioni delle forze dell’ordine, viene fuori «un affievolimento dell’effettiva operatività criminale dei clan, tanto da poter affermare che quelli dotati di concreta e costante operatività sono in numero inferiore rispetto a quelli censiti». I dati statistici fotografano, poi, un aumento, nella fase delle indagini preliminari, di reati quali i maltrattamenti e lo stalking.

I PROBLEMI DI ORGANICO. «Ci auguriamo che con questo maggior numero di aule e con la rideterminazione della pianta organica, sono previsti 12 magistrati giudicanti e requirenti nel distretto di Salerno, se ci sarà anche un ampliamento del personale amministrativo, potremo avere anche la possibilità di fare più udienze», ha spiegato il presidente Russo che ha aggiunto: «La Corte di Appello ha risultati di qualità, anche i tribunali ma noi abbiamo documentato dei passi in avanti, grazie ai sacrifici e al senso di responsabilità dei presidenti e dei consiglieri della corte in una situazione un po’ diversa e meno grave di quella dei tribunali».

IL TRASFERIMENTO. Entro la fine del marzo prossimo, sarà completato il trasferimento di tutti gli uffici giudiziari di Salerno nella cittadella giudiziaria alle spalle della stazione ferroviaria, risparmiando, pure, circa 250mila euro l’anno per fitti privati.

LA RELAZIONE DEL PROCURATORE GENERALE. Ha riscosso molti consensi la relazione di Leonida Primicerio procuratore generale presso la Corte d’Appello di Salerno. Il magistrato originario di Nocera Inferiore ha affermato: «Non avremmo mai immaginato, quando eravamo sui banchi dell’università o nei primi anni della nostra carriera, che l’istituto della prescrizione potesse costituire il rischio per la caduta di un Governo della Repubblica». Il procuratore generale ha fatto menzione delle vicende giudiziarie che scosso la magistratura e in particolare il Csm, fatti che «hanno non poco offuscato la legittimazione istituzionale del Consiglio non solo agli occhi dei cittadini, ma degli stessi magistrati». Il pg ha specificato che, nei tre tribunali del distretto e in secondo grado, la somma delle assoluzioni piene e delle prescrizioni superi, spesso, i numeri delle sentenze complessive, inducendo, qualcuno, «a proporre impropriamente e strumentalmente l’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, principio di garanzia servente al principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge».

LA POLEMICA DEGLI AVVOCATI. Clima pesante in aula magna al palazzo di giustizia. Tutti i rappresentanti degli avvocati hanno criticato profondamente la riforma della prescrizione volta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. L’avvocato Silverio Sica, presidente dell’ordine degli avvocati di Salerno, ha attaccato il Guardasigilli: «Il peggiore dei ministri della giustizia degli ultimi». Strali anche contro il presidente della seconda sezione penale della Cassazione, Piercamillo Davigo, accusato di far venire meno l’idea del giudice terzo.

LA RISPOSTA DELL’ON. VILLANI (M5S). Dopo le parole dell’avvocato Sica, il parlamentare del Movimento Cinque Stelle eletto in provincia di Salerno, Virginia Villani,ha per protesta lasciato la cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario e sui Social ha scritto: «Invitata dalla presidente della Corte D’appello Iside Russo, stamattina ho partecipato alla cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario a Salerno, con me altri deputati e senatori. Dopo l’ottima relazione del dottor Ernesto Caggiano in rappresentanza del Ministro sono andata via… Non ce l’ho fatta a rimanere… il disgusto e l’indignazione hanno avuto il sopravvento quando il presidente dell’ordine degli avvocati di Salerno, alla presenza anche di studenti e membri del governo ha offeso con parole irripetibili il nostro Ministro Alfonso Bonafede ed il giudice Pier Camillo Davigo. È stato un atto ignobile e vergognoso nel corso di una cerimonia così solenne e altamente significativa. Siamo veramente sulla strada giusta…avanti tutta Ministro Alfonso Bonafede».

L’INTERVENTO DI DE LUCA. Tra gli interventi anche quello del presidente della giunta della Regione Campania ed ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, più volte applaudito. De Luca ha sottolineato come uno dei problemi principali sia «il rapporto tra giustizia amministrativa e penale. Una grande questione che l’opportunismo politico delle classi dirigenti non riesce ad affrontare e risolvere». Per De Luca non è possibile confondere i due piani, quello amministrativo e quello penale, «non è possibile tenere in piedi una figura di reato come l’abuso in atto d’ufficio che è assolutamente indefinita e che non distingue tra un percorso amministrativo che può essere sbagliato e quelli che sono i ladri anche nella pubblica amministrazione». De Luca ha ribadito che questa ipotesi di reato così evanescente crea un «clima di paura e di preoccupazione per cui ormai in Italia nella pubblica amministrazione nessuno firma niente. Mi auguro che nella nuova stagione si affronti questo problema e si chiarisca la differenza tra piano amministrativo e piano penale».

De Luca si è detto anche contro la riforma della prescrizione: «Mi auguro soprattutto che non vada avanti questa scellerata riforma ipotizzata di eliminazione della prescrizione. Non si può scaricare sui cittadini il ritardo e l’inefficienza del sistema giustizia nel nostro Paese. Questo mi sembra un passo clamoroso e inaccettabile verso l’imbarbarimento giudiziario dell’Italia». Il presidente della Regione ha ancora aggiunto: «Rimane sullo sfondo nel nostro Paese un clima di tensione e di scontro a volte implicito tra potere politico e magistratura. Io credo che dobbiamo lavorare perché un elemento di serenità prevalga nel nostro Paese anche un diverso equilibrio tra potere giudiziario, politico e legislativo». Sempre De Luca ha ribadito: «Ci sono in modo particolare alcune questioni che toccano davvero la vita di ogni cittadino, le imprese e le attività produttive. Un’esplosione di microdelinquenza e di nuove forme di delinquenza, con bande di giovani che la fanno da padrone in alcuni quartieri. Bullismo digitale, micro bande giovanili, una perdita di principio di autorità. Questo crea un clima di preoccupazione e di tensione nel Paese».

Redazione nds

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