Dalla pasticceria Silvana al panettone, Alfonso Pepe resterà un esempio indelebile 

Un uomo partito da zero

Un vuoto incolmabile la scomparsa del re del panettone Alfonso Pepe. Ieri, ai suoi funerali, l’aria gelida ha fermato il tempo, ha chiuso le porte ai tiepidi raggi di sole distesi sulla facciata della Basilica di Sant’Alfonso, dando spazio a sparsi nuvoloni carichi di pioggia, forse, carichi di lacrime. Qualcuno lassù avrebbe voluto piangere, come hanno pianto in tanti giù. Ma il freddo, un freddo polare, ha gelato persino le gocce, tanto da disegnare uno scenario surreale, sospeso e triste. Poi, un lungo silenzio, che ha accompagnato l’arrivo del feretro in chiesa, interrotto solo dagli applausi all’uscita.

Pepe ha iniziato la sua carriera proprio a pochi passi dalla Basilica, alla pasticceria Silvana, in via Cesarano. Giovanissimo, insieme a tanti altri giovani, che di lui hanno impresso nella mente il ricordo di quegli inizi. Tra questi, Nicola Esposito, di Agrovo che, insieme ai fratelli, è a capo della più importante azienda del settore della distribuzione di semilavorati e materie prime per pasticceria, gelateria e panificazione, presente in tutto il sud Italia e non solo. Due storie paganesi, per certi versi simili, due storie di grandi eccellenze del nostro Agro nocerino.

Dopo l’esperienza alla Silvana, Alfonso si trasferisce ad Ascea, dallo zio. Qui si perfeziona ulteriormente, per poi ritornare a Pagani ed avviare una propria attività. Piccoli passi che, nel tempo, lo porteranno a grandi risultati. Inizialmente si dedica alla sfogliatella, quale specialità da offrire ai clienti, poi, dopo anni, passerà al suo panettone, grazie al quale conquisterà l’Italia intera, sino ad ottenere importanti commesse anche dagli arabi. Da Pagani, al mondo, un passo che ha segnato le sue eccellenze e la sua storia.

Amava appuntarsi tutto, un sapere racchiuso in una raccolta di fogli, custoditi gelosamente. Il suo regno, il laboratorio, dove nessuno poteva entrarvi, tranne gli addetti ai lavori. Per non parlare dei premi, tanti, tantissimi: un lungo elenco. Il suo segreto era il lievito madre, che non solo impastava, ma con il quale parlava. Ne curava tutti gli aspetti e nulla era lasciato al caso. Questi era Alfonso Pepe, un maestro pasticcere e di vita.

Proseguiranno, la sua arte, i fratelli: Prisco, Giuseppe ed Anna.

Giuseppe Colamonaco

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