Commercianti cinesi apriranno lo store.
Il Tar della Campania, sezione distaccata di Salerno, ha dato ragione alle società Big China e Okay, per l’apertura di una media struttura di vendita in via Barbazzano, cui si era opposto l’ente comunale. La sentenza è stata pubblicata il 26 giugno scorso e firmata in Camera di consiglio il 19 giugno dal presidente Paolo Severini. I locali oggetto del ricorso, prima da parte della società Okay proprietaria e poi della società Big China affittuaria, insistono in un capannone industriale dove già erano presenti altre attività commerciali. Il Comune aveva motivato il diniego all’apertura per la ” non conformità urbanistica dell’immobile alla destinazione commerciale”. La società Okay il 27 novembre del 2013 aveva presentato una istanza a Palazzo San Carlo “rappresentando in maniera articolata la possibilità di assentire l’intervento sia sotto l’aspetto edilizio sia sotto quello commerciale e non avendo ricevuto risposta tempestiva ha ricorso al Tar per la declaratoria di illegittimità del silenzio serbato dall’ente locale”. Il Comune solo nell’imminenza dell’udienza, il 19 marzo del 2014, ha riconosciuto la destinazione commerciale dei locali, ma con una nota presentata chiedeva di “verificare oltre che la compatibilità urbanistica anche la rispondenza alle previsioni della vigente Siad del Comune di Pagani e della nuova legge regionale n.1 del 2014, al fine di giudicare in toto l’assentibilità della media struttura di vendita”. Questa nota prodotta da Palazzo San Carlo è stata poi impugnata dalla società Okay. Successivamente e in tempi recenti i proprietari hanno poi locato parte dei locali alla società Big China per l’apertura di una media struttura di vendita. La società cinese ha come da prassi inoltrato istanza al Comune di Pagani, ottenendo però un diniego del provvedimento. La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Infatti le due società, proprietaria e conduttrice, sono insorte contro il provvedimento del Comune, ricorrendo insieme contro la decisione dell’ente. La società Okay, inoltre, ha documentato di essere già in possesso di titoli e concessioni pregresse: “Viene peraltro evidenziato che le concessioni edilizie rilasciate nel 1987 e nel 1991 sono di fatto convenzionate, poiché la proprietaria Okay si era impegnata al trasferimento in favore del Comune di una parte dell’area di sua proprietà, al fine della realizzazione, a sue spese, di una piazza pubblica”. A questo aspetto, sempre per la società Okay, la Dia presentata nel 1995 e su cui l’ente dichiarava la nullità, “nei 23 anni trascorsi dal 1995, l’amministrazione non abbia mai adottato alcun provvedimento inibitori, repressivo, conformativo o di altra natura e che sulla scorta di questo titolo, asseritamente nullo, sono stati conseguiti altri titoli edilizi nel 1996, 1997, 1998 e nulla è stato mai replicato”. Un’altra considerazione emersa nella sentenza è che c’è un riferimento alla nota comunale 5183 del 22 novembre del 2017, nella quale si è affermato che “sussistono le condizioni per la localizzazione di medie strutture di vendita e in base alla circostanza che nei medesimi locali dati in locazione alla società Big China sarebbero state esercitate in passato diverse attività autorizzate, nonché dedotta una disparità con altri imprenditori della zona, che avrebbero potuto insediare le loro attività commerciali”. Il Comune di Pagani, oltre soccombere al giudizio del Tar, ha dovuto pagare anche le spese legali di 3 mila euro. Unica nota positiva per Palazzo San Carlo è quella di aver evitato l’azione risarcitoria delle due società, in quanto respinta dai giudici amministrativi.
gc