Scontro web sull’incompatibilità dei consiglieri comunali di Pagani.
Un attacco sui social alla consigliera comunale Rita Greco da parte di Francesco Toscano, amministratore unico della Pagani servizi, ha sollevato polemiche e critiche da parte dell’opposizione. La consigliera, in consiglio comunale il 30 giugno scorso, aveva fatto i nomi di alcuni consiglieri, attualmente in carica, in odore di incompatibilità, riguardo ad alcune sentenze che li vede condannati per danno erariale. In assise dopo l’intervento della Greco, presero parola, Bottone, De Prisco e D’Onofrio che, coinvolti in queste sentenze, fornirono spiegazioni, dicendo che avrebbero prontamente risolto la loro posizione. Secondo Toscano in quella occasione si sarebbe violata la privacy. La dottoressa Greco sulla vicenda e sull’attacco via web ha replicato: “Mi ha definito c… comunista. Una cosa grave. Io ho solamente detto le cose come stavano, in quanto quelle sono delle sentenze rese pubbliche, quindi non ho violato nessuna privacy. In consiglio ho fatto i nomi e tra questi c’è pure lui”. L’amministratore unico della partecipata ha scritto, riguardo alla eventuale privacy violata, che “l’avvocato sta già lavorando”. La questione, molto probabilmente, approderà in Tribunale: anche la Greco ricorrerà all’avvocato. Non sono mancati gli attestati di solidarietà alla consigliera di minoranza. Tra questi l’ex sindaco Salvatore Bottone: “Esprimo tutta la mia sincera solidarietà alla consigliera Rita Greco che ha subito attacchi verbali tramite social. Se a farlo fosse stato il solito “leone da tastiera” la cosa mi avrebbe solo rattristato, ma scoprire che questo linguaggio scurrile, xenofobo e maschilista provenga da chi si autocelebra continuamente a professionista paganese, mi lascia basito”. Anche l’ex presidente del consesso cittadino, Antonio Donato, ha voluto esprimere il suo sostegno alla dottoressa Greco: “Esprimo la mia piena e convinta solidarietà alla consigliera Greco fatta oggetto di attacchi per aver sollevato il caso dei consiglieri incompatibili. I nomi sono fatti in sentenze che sono atti pubblici e quindi non ha violato nessuna privacy”.
gc