Convalidato il fermo di Giuseppe Passariello, il 37enne padre della piccola Jolanda rimane in carcere non solo con l’accusa di omicidio pluriaggravato, ma anche per maltrattamenti. Ed emergono nuovi particolari inquietanti dall’inchiesta.
Il Gip Luigi Levita del Tribunale di Nocera Inferiore ha accolto la richiesta di fermo di indiziato di delitto avanzato dal pm Roberto Lenza che dirige le indagini, eseguite dal commissariato di pubblica sicurezza di Nocera Inferiore e dalla Squadra mobile di Salerno. Rispetto ai ben noti elementi ricostruiti nei giorni scorsi giornalisticamente da La Città, si sono aggiunti nuovi riscontri fra i quali alcune intercettazioni di colloqui tra Immacolata Monti e Giuseppe Passariello, genitori di Jolanda, che avrebbero avuto un tenore confessorio.
I nuovi elementi. Grazie ad alcune intercettazioni ambientali, sono state registrate frasi scioccanti e che mettono in forte discussione anche il ruolo della madre della piccola, già coindagata. In queste intercettazioni, Passariello avrebbe detto alla Monti: “Non apriamo bocca o andiamo in galera”. Ci sarebbe poi il riferimento ad un cuscino: la Monti avrebbe chiesto al marito se lo doveva buttare. La madre di Jolanda avrebbe poi affermato: “L’omicidio lo abbiamo fatto”, ed il marito l’avrebbe zittita.
La difesa di Passariello. Durante il suo interrogatorio,Passariello ha sempre negato ogni addebito, dalle violenze all’omicidio, ma molte sono le discrepanze tra il suo racconto e quello della moglie. Immacolata Monti aveva dichiarato di essersi svegliatasi sabato notte e di essersi accorta che la bambina non respirava. A quel punto aveva svegliato il marito per farlo intervenire che poi avrebbe così praticato la respirazione bocca a bocca. Passariello sul punto ha fornito una versione con alcune differenze, da valutare successivamente. Tra quelle più evidenti c’è lo stato in cui era la bimba in quei frangenti: per la donna, Jolanda non dava segni di vita, per padre la figlioletta respirava ancora. L’inattendibilità delle dichiarazioni di Passariello per il Gip è complessiva rispetto a tutte le sue dichiarazioni. Le lesioni, ad esempio, sulle manine della bimba, secondo la madre sarebbero state (come quelle sui piedini) causate da morsi dati dall’uomo, mentre Passariello le ha attribuite ad ustioni dovute ad una griglia bollente. Così come ha anche smentito le abrasioni alle guancine della bimba causate dallo sfregare vicino alla sua barba. Tesi difensive che per il giudice per le indagini preliminari sono smentite dalla semplice visione “dell’inquietante immagine fotografica” della salma di Jolanda, e che danno conto di una serie indicibile di avvenuti maltrattamenti del tutto ingiustificabili alla luce della loro quantità e natura (alcuni dei quali con la carne viva esposta) e sicuramente non spiegabili sulla scorta delle motivazioni addotte a più riprese dall’indagato. Passariello avrebbe detto che tutte le cure della figlia erano seguite dalla madre, mentre lui era addetto al sostentamento familiare. In generale avrebbe anche dichiarato che le affermazioni della moglie intercettate erano comunque viziate da patologie psicologiche delle quali sarebbe stata affetta la donna, senza specificare quali. Durante l’interrogatorio, Passariello ha dichiarato che tutto ciò che ha detto mentre era intercettato dalla polizia sarebbe stato frutto di uno stress.
I pericoli. Il Gip ha ritenuto concreta la possibilità di fuga, ma anche quella di reiterazione del reato.
Il giudice ha sottolineato l’assoluta gravità dell’aggressione commessa nelle ultime ore di vita della bimba, così come dei maltrattamenti, ritenendo sussistente un indiscriminato proposito criminoso da parte del papà di Jolanda, tale che non solo c’è il pericolo di fuga e di recidiva, ma anche l’inutilità della sottoposizione a misure cautelari meno afflittive del carcere. Da qui, l’emissione di un’ordinanza tra le più severe infliggibili.
Le accuse. Passariello è indagato per maltrattamenti ripetuti, causando lesioni personali gravi con edema sul viso, ecchimosi estese sul collo, simil ustioni sul palmo delle mani e al dorso dei piedi, lesioni ulcerative alla bocca, ecchimosi al braccio destro ed al dorso e tessuti cutanei polposi sulla zona parietale destra. Ed è indagato soprattutto per aver causato la morte di Jolanda per soffocamento, aggravato dall’aver aver commesso il fatto per futili motivi per la mancata accettazione che la figlia fosse femmina, per aver agito con crudeltà con continui atti lesivi e per aver ostacolato la pubblica e privata difesa.