E a sinistra si attendende l’esito delle vicende giudiziarie di Donato. Di sicuro ci sono solo tre candidati a sindaco, Paola Lanzara, Pina Esposito e Michele Salvati mentre Antonio Fasolino è stato silurato da Franco Longanella.
E Longanella “silura” il suo fido Fasolino. Qualche giorno fa, in una riunione aperta a gruppi e partiti che avrebbero dovuto parlare e trovare un accordo sulla prossima campagna elettorale…la sedia di Antonio Fasolino è restata vuota. Semplicemente il pediatra non era stato invitato all’accordo per coagulare forze intorno all’ipotetica candidatura di Walter Longanella, figlio dell’ottuagenario ex sindaco. Ma ad Antonio Fasolino, da queste colonne, già da alcuni mesi stavamo dicendo che alla fine sarebbe stato “silurato”. Lui era forse l’unico a non averlo compreso.
Longanella, (che incoraggiava la Lanzara mentre da dietro le quinte le scagliava contro Fasolino) da tempo, lo stava utilizzando per dirigere la fronda contro Paola Lanzara che si era spinta troppo in avanti, ma al momento buono anche lui sarebbe stato sacrificato sull’altare di una candidatura di “famiglia”. Dispiace per il pediatra che fa della politica una passione vera e propria, ma nella vita se ci si accompagna a certi personaggi l’epilogo è scritto già prima di cominciare.
Sulla scena intanto restano saldamente in sella tre candidati sicuri: Paola Lanzara che oramai viaggia come un treno verso la campagna elettorale, Pina Esposito che sta costruendo un progetto nuovo con persone nuove che diano davvero il segnale incontrovertibile del cambiamento necessario al paese e Michele Salvati intorno al quale si sta coalizzando il centrodestra locale.
E il dato a questo punto diventa tutto politico mentre lasciano il tempo che trovano le dichiarazioni del redivivo coordinatore locale del Pd, (trattato da ragazzino quando fu esautorato durante la crisi della Giunta Sammartino e poi rimesso al suo posto all’insaputa di tutti) che parla di guida morale degli altri dimenticando che il leader del proprio partito è al momento sotto processo, e che qualche dirigente comunale da sempre difeso dai ras del suo partito sono stati coinvolti nello scandalo dei furbetti del cartellino e che l’ultimo sindaco Pd, Pasquale Sammartino, a questi stessi dirigenti prima di andare via aveva anche liquidato laute indennità a spese dei sangiorgesi. Certo la moralità è importante, ma ancor di più lo diventa quando ad invocarla sia qualcuno che non ha macchie altrimenti per ritorcersi contro e si capisce che la cosa migliore sarebbe stata almeno avere la compiacenza di stare zitti.
Gli astronomi però insegnano, ci sono le stelle che brillano di luce propria e quelle che invece sono stelle “parassite” che si limitano a godere della luce delle altre stelle e al massimo a rifletterla nell’Universo a beneficio di altre. Accantonando per il momento i discorsi stellari, restano alcuni nodi da sciogliere. Cosa faranno Giuseppe Alfano e Raffaele Sellitto? Le voci di paese danno per scontata oramai la tesi dell’accordo tra Alfano e il leader del Pd candidando la figlia Giovanna. Nelle frazioni inferiori dovrebbero scendere in campo nello stessa zona sia Vincenzo Lamberti che Raffaele Gambardella. Lamberti, silurato anche lui da Donato che prima lo fece nominare vicesindaco di Sammartino e poi lo invitò a tornarsene a casa, è l’uomo di fiducia del Ras del Pd che ha alcuni suoi parenti assunti nella San Giorgio Servizi, dovrà dividere i suoi voti nel suo territorio con Gambardella che è parente proprio di Donato.
Davvero una “brutta fine” per Lamberti, da sindaco in pectore in qualsiasi altro partito, a semplice consigliere e ridimensionato elettoralmente per la contemporanea presenza di un outsider considerato forte. Tornando alle stelle e ai pianeti, la leggenda vuole che Saturno mangiasse i propri figli………e per Lamberti sembra proprio che sia finita la stagione del piegare sempre e comunque la testa rispetto agli ordini del capo sperando in riconoscimenti che non siano quelli lavorativi. Ma a San Giorgio la politica è costellata di queste piccolezze e per questo motivo Lanzara, Esposito e Salvati hanno una grande responsabilità: scrivere la parola fine ad una politica vecchia gestita negli ultimi venti anni dal duo Longanella-Donato, due facce identiche della stessa medaglia.
Lo stato di degrado del paese la dice lunga su chi ha creato le premesse affinché tutto ciò potesse verificarsi. Il cambiamento è uno tsunami che sta investendo, con ritardo, anche Castel San Giorgio. Peccato per chi, purtroppo, non sembra averlo capito. E non c’entra neanche il voto d’opinione. E’ un problema di sopravvivenza del paese. Longanella e Sammartino vinsero le loro ultime elezioni con circa 400 voti di scarto. E’ vero come dice qualcuno che il voto d’opinione non supera il 10% ma a Castel San Giorgio il 10% rappresenta circa 800 voti esattamente il doppio dello scarto necessario.
Quindi si vince e si perde proprio per quel voto d’opinione che qualcuno, dall’alto della sua infinita presunzione, ritiene sia ininfluente sul risultato elettorale.
Gianfranco Pecoraro – Le Cronache