Il sipario si apre, l’atmosfera è già ferma, “sospesa” in un’attesa trepidante e ricca di passione. I musicisti accennano qualche nota ed ecco subentrare il sax dello straordinario Marco Zurzolo: tradizione e innovazione si fondono in maniera sublime, la musica si materializza, diventa un corpo solido che puoi toccare, puoi vederla disperdersi nell’aria e incontrare quelle immagini di Napoli proiettate sullo sfondo.
L’anima blues va ad incontrarsi con la Canzone Napoletana d’Arte ed ecco la classicità della voce di Gianluigi Esposito, accompagnato alla chitarra e al mandolino dal maestro Antonio Saturno, che sembra essere eco di una memoria atavica in un canto che affonda le radici nel contado dell’agro e arriva finanche all’indimenticabile Sergio Bruni, e di una eccezionale Susy Mennella, bravissima e poliedrica attrice.
Il clima è ormai pronto, il pubblico è già “rapito”, catturato da una bellezza senza confine, quando con l’incedere di una grandezza portata sulle spalle con una straordinaria naturalezza, entra in scena Giannini e tutto diventa raro, irripetibile.
Il pubblico che ha affollato la sala del Teatro Comunale «Diana» di Nocera dinanzi alla voce, ai gesti essenziali del Maestro si libera, alla prima occasione, in un applauso fragoroso.
La voce di Giannini che legge testi inediti di Elvio Porta e altri poeti napoletani si fa musica e si fonde con la Canzone Napoletana, con il blues, il jazz e da vita a uno spettacolo di arte e magia, di catarsi, di irripetibile meraviglia.