Può tornare in astratto ad uccidere Carmine Ferrante resta in carcere

PAGANI. Deve rimanere in carcere Carmine Ferrante, il 36ienne fabbro di Dragonea, frazione di Vietri Sul Mare. Il gip Luigi Levita ha ritenuto sussistere il pericolo di fuga, quello di inquinamento delle prove -essendo accessibile l’area del ritrovamento di Nikolova Tenunuzhka (nella foto)- e soprattutto per il pericolo di reiterazione del reato.
Per il Giudice, Ferrante è aduso a frequentare le prostitute e c’è poi quel precedente della querela per minaccia da parte di una donna che si prostituiva sul litorale sud del salrnitano.
Insomma, come ha detto il Gip deve rimanere in carcere per evitare «esiti dram- mati per la collitività».

Un esito, come scritto da Le Cronache, ampiamente prevedibile, anzi scontato, visto il quadro probatorio che per non essendo granitico aveva questi elementi che inducevano ad un ragionamento cautelare che qualsiasi Gipa vrebbe adottato. Una decisione che, però, non lascia spazio a facili conclusioni sulla colpevolezza del fabbro. Va ricordato, infatti, che il falegname cavese accusato dell’assasinio della prostituta Santina Rizzo a Nocera Superiore dove, come in questo caso c’era una testimonianza che aveva riconosciuto l’uomo come ultimo cliente della vittima ed era stato rirpeso da alcune telecamere.

Insomma la cautela vale sia per la privazione della libertà sia per i giudizi.
E prevedibile era anche la scelta dell’indagato che si avvalso della facoltà di non rispondere. Una scelta difensiva abbastanza ovvia anche per avere a disposizione tutta la docuemntazione in mano al pm Federico Nesso e la possibilità di analizzarla anche con indagini difensive.
Per l’avvocato Bernardina Russo, legale di Ferrante, il quadro probatorio è fortemente lacunoso e presenterà ricorso al Tribunale del Riesame.
Il processo, come si diceva ieri su Le Cronache, ruota per buona parte attorno all’esito dell’esame autoptico.

Sulla salma non sono stati riscontrati segni di violenza tranne una lesione al torace di cui non è chiarita ancora l’origine e che potrebbe essere stata provocata dai più disparate cause, come un colpo o il morsi degli animali o anche l’azione della decomposizione. Un particolare importante, stabilire le cause della morte della donna per ricostruire l’intera vicenda
che potrebbe variare dall’occultamento di cadavere (nel caso sia stato solo un abbandono del corpo seguente alla morta accidentale o naturale) all’omicidio volontario. Un divario enorme che ruota tutto all’esame autoptico che sta eseguendo il medico legale Giovanni Zotti e che è in attesa delgli esami istologici in particolare sulla lesione al torace per stabilirne la natura.

Il processo sta tutto qui per la determinazione del tipo di reato. Dal punto di visto degli altri elementi, utili sono i risultati del accertamenti sui telefoni e sui tabulati, dagli sms alle celle agganciate.

Le Cronache
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