NOCERA INFERIORE. Ospedale “Umberto I” è andata in scena una farsa degna del miglior teatro della storia dell’arte napoletana. D’incanto, come per magia, gli anestesisti che non c’erano fino a poche ore prima per operare i pazienti di ortopedia, sono comparsi come da un porto delle nebbie e hanno cominciato ad assistere gli ortopedici che a catena hanno cominciato ad intervenire su pazienti in attesa anche da otto giorni.
C’è voluta l’occupazione simbolica della direzione sanitaria da parte dei parenti dei pazienti in attesa e la denuncia a Tv locali e giornalisti per far emergere la gravità di una situazione che si trascinava da oltre una settimana.
Il reparto di ortopedia e traumatologia dell’Umberto I di Nocera Inferiore non è mai stato chiuso, ma gli interventi chirurgici venivano rinviati sine dia per mancanza di personale anestesistico e radiologico. “tanto valeva chiudere il reparto se non si possono garantire neanche le urgenze – hanno gridato esasperati i parenti dei pazienti ricoverati – Ci sono anziani deliberatamente tenuti in un letto bloccati, a rischio embolia, perché non si poteva intervenire quando tutti i protocolli prevedono che un’operazione di femore va fatta entro 72 ore.
Se ad uno di questi pazienti ora l’intervento andrà male i parenti si sentono autorizzati a denunciare non gli ortopedici sempre disponibili ad operare, ma chi ha organizzato un servizio di pessima qualità.
E questo sarebbe un ospedale di riferimento? Venga il direttore generale dell’Asl, venga a vedere che succede nelle corsie, come la legge la si mette sotto i piedi. Hanno avuto anche l’ardire di dire che i pazienti dovevano essere trasferiti. Ma questa gente ha mai fatto il medico? Dopo aver tenuto un novantenne immobilizzato per una rottura di femore una settimana, volevano metterlo in un’ambulanza e trasferirlo come se non sapessero che anche un minimo movimento nell’ambulanza poteva far partire un embolo.
Qui si gioca con la pelle delle persone e con le tasche di tutti i cittadini. Anche in Africa un intervento al femore dura tre giorni, all’Umberto I circa dieci giorni.
Poi ci lamentiamo che lievitano i costi della sanità? Con questa organizzazione certo che i costi salgono alle stelle.
Il direttore generale dovrebbe rimuovere chi ha causato tutto questo specie perché dopo la protesta gli interventi si sono fatti. E allora? Da dove sono usciti, poi, gli anestesisti? E chi paga per tutti questi giorni in più di ricovero? Ce lo spiegasse il manager dell’Asl di Salerno”. Insomma all’Umberto I è guerra aperta specie perché dopo la protesta dei familiari dei ricoverati in ortopedia si è aperta una breccia. Le insoddisfazioni canalizzate nella protesta potranno riguardare anche altri reparti. L’occupazione simbolica è terminata dopo pochi minuti.
Sul posto i poliziotti del drappello e i carabinieri chiamati dagli stessi familiari dei pazienti. Del loro intervento, però, non c’è stato bisogno. Tutto si è svolto pacificamente e si è tornati alla quasi normalità con l’inizio degli interventi chirurgici. Due o tre al giorno. Le urgenze erano una decine, per oggi o giovedì tutto sarà terminato.
La domanda a questo punto è: c’era bisogno di tirare così la corda?