Nocera Inferiore. L’Unione Europea dice si al progetto fiume Sarno. La replica in rete di Pasquale Milite

Scoppia la polemica in rete da parte di Pasquale Milite, membro del Comitato Gente del Sarno. Milite, ricevuto solo alcune settimane fa dalla Regione Campania insieme ad altri attivisti che da tempo si battono per il problema vasche di laminazione e progetto fiume Sarno, ha criticato a muso duro l’approvazione della UE al Grande Progetto Fiume Sarno. Di seguito le osservazioni che Pasquale Milite ha rivolto al Commissario Europeo Hanh.

“Vorrei sapere chi ha istruito il dott. Johannes Hahn, commissario per la politica regionale e urbana, che ha dichiarato quanto segue: «Questo progetto contribuirà a porre fine alla continua emergenza causata dalle inondazioni del fiume Sarno che hanno provocato negli ultimi venti anni non solo gravi danni all’ambiente e alla proprietà pubblica e privata, ma, ancora più importante, ha portato anche alla perdita di vite umane. Il nostro sforzo vuole essere un esempio concreto di come i fondi dell’Unione europea possono contribuire a migliorare le condizioni di vita dei cittadini e riabilitare questa vasta area della regione Campania». 1) Il progetto magari risolverà parte delle esondazioni, ma nemmeno tutti gli allagamenti, basta vedere che non sono previsti lavori per mitigare i problemi delle località Trivio e Codola, nel territorio di castel san Giorgio. 2) I Gravi danni ambientali di cui parla non saranno attenuati ma forse incrementati, visto che l’acqua inonederà ettari ed ettari di terreno anzichè solo quelli prospicienti le sponde. 3) Non è mai morto nessuno per le esondazioni, ma solo qualcuno per l’incuria e la mancata manutenzione delle protezioni lungo gli argini, alcune delle quali sono ancora evidenti! 4) Non mi sembra concreta la possibilità di migliorare la qualità di Vita dei cittadini delle aree interessate dai lavori, visto che le vasche di esondazioni, con il permanere delle acque inquinate che sicuro continueranno a pervenire in esse, vista la mancanza di fognature e controlli per evitarlo, oltre all’incapacità di lavorare il materiale all’interno dei depuratori biologici dovuta alle variazioni continue di portata di quel che Vi ci arriva, senza parlare poi del rischio di inquinamento delle falde che corriamo in località dove l’acqua è a soli pochi metri di profondità dal piano campagna. 5) La riabilitazione della Campania non passa attraverso SCAVO, TRASPORTO e TRATTAMENTO FANGHI, ma con il ristabilire l’equilibrio tra LEGALITA’, CULTURA e SOCIETA”.

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