
La vicenda ha preso le mosse dalle frequenti telefonate con cui la stessa ragazza tempestava la Sala Operativa nel tentativo confuso di dare voce al proprio malessere e chiedere soccorso.
Attivati gli accertamenti del caso per risalire all’autrice delle telefonate, in breve la ragazza è stata individuata e contattata.
All’evidenza dei poliziotti che si sono recati presso la sua abitazione si è presentata una situazione di gravissimo degrado e di abbandono: l’infelice ragazza veniva costretta a vivere in un vero e proprio tugurio, circondata da animali, gabbie di uccelli, lettiere, contenitori di mangime, indumenti sporchi ed escrementi sedimentati persino accanto al letto su cui dormiva, in un lezzo e una sporcizia indescrivibili.
Tale miserabile situazione andava avanti da almeno due anni, da quando cioè, morta la madre, la donna era rimasta in balìa dei parenti che, peraltro, a motivo della sua disabilità, percepivano l’accompagnamento.
I poliziotti hanno immediatamente dato notizia ai servizi sociali e l’Autorità Giudiziaria, i quali, in tempi brevissimi hanno provveduto ad allontanare la ragazza dal domicilio parentale, disponendone il trasferimento in un luogo protetto.
Il padre, 65enne ed i due fratelli della ragazza, uno 38enne, l’altro 32enne, tutti di Eboli (SA), dovranno rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia e abbandono di persone minori o incapaci.
